Sicurezza, giro di vite di Piantedosi. E sulle aggressioni ai medici, presidi di polizia negli ospedali
Sicurezza, giro di vite del ministro Piantedosi contro le ripetute e inaccettabili aggressioni ai medici. Il titolare del Viminale vara un piano d’interventi per arginare la marea di violenze negli ospedali. Un piano che parte dall’allestimento, o dal rispristino e rinvigorimento, dei presidi di forze dell’ordine nei nosocomi, a partire da Roma. E annuncia: «I camici bianchi – medici, infermieri, tecnici – dedicano la propria vita a una funzione fondamentale come quella di curare la salute dei cittadini e svolgono il loro lavoro anche la notte. Avvieremo un’iniziativa nei prossimi giorni per rafforzare o istituire presidi di polizia a partire dai plessi ospedalieri di maggiore importanza».
Sicurezza, pugno duro di Piantedosi: a partire dalle aggressioni ai medici
Si parte dalla capitale. E in un’intervista al Messaggero il ministro dell’Interno spiega natura e finalità del nuovo provvedimento allo studio: «Partiremo da Roma e poi ci dedicheremo alle altre grandi città. È un ulteriore tassello di una generale strategia finalizzata all’aumento della presenza delle forze di Polizia in tutti i luoghi di maggiore frequentazione dei cittadini». Sulla sicurezza Piantedosi serra i ranghi e dopo un primo tassello indispensabile ad affrontare il problema delle violenze negli ospedali, il titolare del dicastero di Via De Pretis passa a fornire chiarimenti sul tema immigrazione.
Più polizia negli ospedali e il piano d’interventi sul fronte dell’immigrazione irregolare
Riguardo al quale il ministro spiega che «questo Governo, a partire dal Presidente Meloni, ha chiarito fin da subito che svilupperà un’azione mirata su diversi fronti tesa a governare il fenomeno all’origine. L’immigrazione irregolare si combatte fermando le partenze, prima ancora degli sbarchi. È evidente che si tratta di un fenomeno di una tale complessità che non può trovare soluzione in pochi giorni. Ma sono sicuro che siamo sulla buona strada per ottenere al più presto risultati tangibili». Così, prosegue Piantedosi, «sotto il coordinamento del Presidente del Consiglio e d’intesa col ministro Tajani, abbiamo pianificato un serrato programma di incontri con i miei omologhi di questi Paesi».
Canali di ingresso regolari come alternativa al business dei trafficanti
E ancora. «Il rapporto con loro è necessario per condividere l’azione di contrasto ai trafficanti di esseri umani che partono e transitano da questi stessi territori. Proprio domani sarò in Turchia e a seguire, con il Ministro Tajani, andremo in Tunisia e in Libia. Vogliamo condividere con questi Paesi un’intensa cooperazione bilaterale e di sostegno operativo per fermare le partenze. Allo stesso tempo vogliamo garantire canali di ingresso regolari come alternativa al business dei trafficanti».
Sicurezza, Piantedosi: interventi a tutto campo
«La prima applicazione del nostro Decreto ha fatto registrare da parte delle Ong un comportamento che si è uniformato alle regole che abbiamo dettato – aggiunge il ministro –. Come conseguenza, in questi giorni è diminuito il numero delle persone portate da queste organizzazioni senza che questo inficiasse la macchina dei salvataggi, cui provvedono le nostre istituzioni. È la riprova che le norme funzionano. E che al più presto contribuiranno a ridurre il numero degli arrivi irregolari». E delle stragi nel Mediterraneo.
Il punto sulle baby gang: non solo repressione, ma…
Infine, dopo aver annunciato la stretta sui tifosi, parlando di gang giovanili, Piantedosi aggiunge: «Occorre operare alla radice dei fenomeni, coinvolgendo anche le istituzioni titolari di più specifiche funzioni in materia di disagio. L’attività di contrasto non può basarsi esclusivamente sulla repressione». Non solo. Il ministro affronta anche il tema della malamovida e annuncia «una pianificazione di controlli straordinari. La socializzazione non deve andare a discapito della quiete pubblica e della sicurezza».