Terzo polo, Mannheimer: «Partito unico? Non andrebbe oltre il 15%. Molto dipende dal Pd»
Il centro torna a far parlare di sé. Colpa (o merito) di Matteo Renzi e Carlo Calenda che con il loro Terzo polo vorrebbero mandare in soffitta circa trent’anni di bipolarismo all’italiana. Per farlo, però, dovrebbero avere la forza e la voglia di indicare sulla legge elettorale. E finché ne rimarrà una che assegnerà un premio di seggi all’uno o all’altro contendente, resterà intatto il principio dell'”o di qua o di là“. In teoria tutto è possibile. «Almeno un quarto degli elettori di Forza Italia potrebbe spostarsi. E a sinistra c’è un 20 per cento di elettorato su posizioni più moderate», avverte Renato Mannheimer, intervistato dall’Adnkronos. A suo giudizio, un eventuale partito unico del Terzo polo «può arrivare al 10-15 per cento al massimo di preferenze».
Così Mannheimer all’Adnkronos
Ma poi è lo stesso sondaggista ad ammettere che «è molto difficile fare previsioni perché molto dipenderà dalla loro comunicazione». Ma non solo. «Il risultato – spiega Mannheimer – è strettamente connesso anche a ciò che accadrà nel Pd: se svolterà a sinistra, molti suoi elettori potrebbero spostarsi al centro». Il riferimento al centro trascina nell’analisi anche Forza Italia, da tempo in altalena nei sondaggi sebbene confermi la sua totale dipendenza dal suo leader e fondatore.
Addio riformisti se i dem si spostano troppo a sinistra
«Auguriamo buona salute a Berlusconi che sembra essere meno presente pur essendo il collante – premette Mannheimer -. Se dovesse farsi da parte, molti elettori si sentirebbero più liberi e si volterebbero verso il centro». Il riferimento quantitativo è a quel già accennato quarto di elettorato, cui andrebbe a sommarsi il 20 per cento di voto moderato oggi nel Pd. Insomma, la sfida dipende da molteplici variabili: la legge elettorale, il congresso del Pd e la permanenza di Berlusconi alla guida di Forza Italia. «Un fatto è certo – conclude Mannheimer -: In Italia mai una formazione di centro ha superato il 15 per cento. L’Italia è un paese di elettori più schierati che centristi o moderati. Poi tutto può capitare nella vita».