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Toghe rotte, sondaggio: gli italiani (di destra e di sinistra) non si fidano più dei magistrati

Politica - di Michele Pezza - 30 Gennaio 2023 - AGGIORNATO 30 Gennaio 2023 alle 16:18

Sono lontani i tempi in cui il pm era appena un gradino sotto Dio nella considerazione popolare. Ora la situazione si è completamente ribaltata: la magistratura non è più circonfusa del dogma dell’infallibilità ma, al contrario, è sospettata di essere una corporazione basata sul privilegio. Neppure la cattura di Matteo Messina Denaro sembra riuscita a risollevare l’immagine delle toghe presso l’opinione pubblica. Segno evidente che la ventennale guerra contro il Parlamento (leggi centrodestra) e i libri-denuncia di Sallusti e Palamara hanno scavato un solco tra cittadini e ordine giudiziario. Ne fa fede il sondaggio pubblicato oggi da Libero, secondo il quale una riforma incisiva della giustizia è necessità ormai sentita da oltre tre quarti di italiani.

Il sondaggio pubblicato da Libero

L’esigenza più diffusa tra i cittadini è il legame incestuoso tra toghe e politica. Per il 78 per cento degli intervistati, infatti, i magistrati che vogliono saltare il fosso e arruolarsi sotto le insegne di un partito devono prima dimettersi. È evidente che le novità introdotte in materia dalla riforma Cartabia non hanno pienamente soddisfatto l’opinione pubblica. Più o meno simile (71 per cento) la percentuale di cittadini che, secondo il sondaggio, non gradisce la valutazione tutta domestica, ma sarebbe meglio definire addomesticata, delle performance delle toghe. Oggi è affidata ai Consigli giudiziari e la percentuale di magistrati che supera a pieni voti l’esame è a dir poco impressionante: 99 per cento. In pratica pm e giudici sono infallibili. Sarebbe bellissimo se non fosse che ad averlo deciso sono i loro stessi colleghi.

Il 72% vuole sottoporre i giudici a test psico-attitudinali

L’attuale sistema di valutazione indigna soprattutto gli elettori di Fratelli d’Italia e Lega (rispettivamente 79 e 81 per cento). Ma non lascia insensibili neppure i votanti rosso-verdi (76) e grillini (73). Ragguardevole è anche la percentuale (74) di chi ritiene che il giudice, la cui lentezza causa scarcerazioni per decorrenza termini, debba cambiare mestiere. Anche in questo gli elettorati di destra e di sinistra si equivalgono: 84 e 82 per cento. Infine, la questione del test. Il primo a parlarne, suscitando un’ondata polemica senza precedenti, fu Berlusconi. Effettivamente, a molti sembrò un’eresia parlare di test psico-attitudinale per scovare eventuali tarli mentali nella psiche delle aspiranti toghe. Poi un sondaggio rivelò che più della metà degli italiani (53 per cento) era d’accordo con il Cavaliere. Bene, oggi quel dato è salito al 72 per cento.

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di Michele Pezza - 30 Gennaio 2023