A Firenze rissa e non pestaggio. E la preside racconta che i collettivi creavano tensione a scuola per Cospito
Intanto cominciamo col chiarire una cosa: davanti al liceo Michelangiolo di Firenze il 18 febbraio scorso c’è stata una rissa e non un pestaggio. Una rissa scatenata dall’atteggiamento di alcuni studenti di sinistra che hanno strappato i volantini di Azione studentesca e spintonato i militanti che li distribuivano. La reazione è stata violenta e ingiustificata, certamente. E la violenza politica non fa certo parte di un grande partito la cui premier siede a palazzo Chigi e non ne ha mai fatto parte, neanche in passato. Secondo: certe lezioni di indignazione a comando che giungono dal Pd e da editorialisti scandalizzati vanno respinte al mittente. Ponendo a questi strilloni la semplice domanda che Daniele Capezzone va ponendo da due giorni: dov’eravate quando alla Sapienza si tentava di impedire con la forza un convegno di Azione Universitaria cercando di non fare entrare un giornalista additato come pericoloso fascista? Ricordiamo, invece, le dichiarazioni contro la polizia rea di avere respinto gli studenti antifascisti. Non ci si rendeva conto, allora, che il clima rischiava di diventare incandescente?
Carezze agli anarchici e repressione dura contro sei ragazzini: questa è la sinistra
Terzo: gli stessi strilloni che oggi pretendono di dettare comunicati al presidente del Consiglio sono gli stessi che minimizzavano la minaccia anarchica e che in tv facevano sproloqui del tipo: FdI ha bisogno di un nemico e strumentalizza il caso Cospito. Abbiamo visto e sentito dopo il corteo degli anarchici a Roma su La7 toni elegiaci e racconti estasiati sugli anarchici che erano in fondo bravi ragazzi che manifestavano per una sorta di martire, cioè Alfredo Cospito, uno che gambizzava la gente e metteva bombe nelle caserme. Qua, a Firenze, abbiamo sei ragazzini che hanno reagito (e hanno fatto male) agli insulti di chi ancora crede che la scuola sia terreno esclusivo degli estremisti di sinistra. Uno dei sei denunciati ha sedici anni, altri due 17 anni, altri due 19 anni, uno ne ha 20. Cosa vuole il Pd: togliamo il 41 bis a Cospito e lo diamo a questi sei? Così, giusto per far dimenticare le vergognose visite in carcere a un terrorista?
Animi infiammati nelle scuole di Firenze
Sono sempre i cattivi maestri che infiammano gli animi. E gli animi erano infiammati nelle scuole di Firenze da giorni. E questo perché i collettivi si erano messi ad andare dietro alla campagna contro il 41 bis che Cospito dal carcere aveva lanciato, con la complicità di mafiosi e jihadisti. Una scazzottata (sbagliata e da condannare) non può fare dimenticare tutto questo, non può essere il velo per coprire tutto ciò. Un velo che giustifica ora anche i silenzi della sinistra quando arrivano minacce a Meloni o a La Russa con la stella delle Br? Non giochiamo a fare della rissa al Michelangiolo un raid squadrista. Perché non lo è. I pestaggi organizzati negli anni Settanta colpivano duro e a volte uccidevano (si veda il caso Ramelli), dunque lo spirito di revanche di una sinistra tramortita da tornate elettorali sempre più deludenti non si spinga fino a cavalcare i risentimenti e la rabbia dei giovani. Che vanno preservati e invitati al dialogo. Come ha detto il presidente di Anpas Toscana, Dimitri Bettini.
La preside del Michelangiolo: i collettivi hanno imbrattato tutta la scuola contro il 41 bis
Valutiamo anche cosa ha detto la preside del liceo Michelangiolo, Rita Gaeta. E valutiamo con attenzione: “Sono preoccupata per questa tensione, ma anche del fatto che non si possa ripristinare la serenità a scuola. Il nostro compito è l’istruzione quindi noi dovremmo fare in modo che questa vicenda, che è certamente
grave, non infici le attività didattiche ordinarie della scuola”. Guardiamo avanti, è l’esortazione della preside. A scuola si studia non si fanno permanenti assemblee antifasciste.
E ancora la preside spiega che “nelle settimane passate la scuola è stata letteralmente tappezzata di manifesti e di scritte contro il 41 bis, all’esterno e anche dentro, davanti al mio ufficio e sono state anche imbrattate le porte del bagno. Questo è segnale di un coinvolgimento politico. Non credo ci sia un nesso, però è un’esternazione di un dissenso verso le istituzioni dello Stato che noi rappresentiamo. Anche in questo caso – ha aggiunto – ho fatto una segnalazione alla Digos di questa situazione, c’erano anche scritte pesanti, anche contro il Governo”. Ecco dunque che per bocca di una che ha visto e che sa, gli “angioletti” dei collettivi cessano di apparire come tali. Dunque il collettivo Sum, di cui fanno parte i due studenti di sinistra che si vedono nel video, fiancheggiava la campagna contro il 41 bis. Dunque il collettivo Sum ritiene che al Michelangiolo debbano avere luogo solo volantinaggi da loro orientati. Dunque il collettivo Sum fa dell’intolleranza e della lotta dura alle istituzioni la propria prima parola d’ordine. Poi c’è anche l’antifascismo certo, che però non giustifica tutto. Non è l’alibi che lava le responsabilità politiche. Che non cancella il contesto. Quindi, e per concludere, condanniamo la violenza tutta, quella che viene da destra e quella che viene dalla sinistra che ha simpatie per gli anarchici. E si ricrei un clima sereno nelle scuole.