A Ortì su 500 abitanti 120 furbetti del reddito di cittadinanza: il triste record del comune calabrese
A Ortì, “un borgo di appena 500 abitanti, frazione di Reggio Calabria, i carabinieri hanno denunciato 120 persone accusate di percepire indebitamente il reddito di cittadinanza. Una truffa ai danni della collettività, e in particolare dei soggetti più deboli, del valore di 1,3 milioni di euro. E, appena ieri, da una importante indagine contro il traffico di droga condotta dalla Guardia di Finanza di Catanzaro è emerso che 15 delle 49 persone raggiunte da ordinanza di custodia cautelare percepivano il reddito di cittadinanza. Il sussidio, in sostanza, serviva anche a finanziare le attività illecite dell’organizzazione e in particolare il traffico di droga”. È quanto afferma il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro.
Ferro: “Quei soldi del reddito di cittadinanza tolti ai calabresi onesti”
“Ancora una volta – aggiunge l’esponente di Fratelli d’Italia – la prova che il reddito, a causa di una norma che abbiamo sempre denunciato come fortemente carente anche nella parte dei controlli preventivi, ha fatto finire ingenti risorse nelle tasche di criminali, spacciatori, truffatori ed evasori fiscali. Soldi sottratti ai cittadini che si trovano davvero in difficoltà economiche”, conclude il sottosegretario Ferro.
A Ortì una truffa da oltre un milione di euro
A Ortì, comune dell’area metropolitana di Reggio Calabria, i carabinieri della locale Stazione e del Nucleo Ispettorato, hanno denunciato 120 persone per truffa aggravata per indebita percezione del reddito di cittadinanza a seguito di false dichiarazioni o omissioni riscontrate. Nello specifico, le indagini poste in essere dai militari dell’Arma hanno permesso, attraverso un’attenta attività di analisi documentale in relazione alle innumerevoli istanze presentate, in riscontro anche a un esame incrociato tra le verifiche esperite sul territorio e gli accertamenti info-investigativi, di verificare numerose irregolarità da parte dei soggetti denunciati, durante il periodo compreso tra marzo 2019 e febbraio 2021 nelle procedure di attestazione e l’assenza dei requisiti previsti.
Le difformità riscontrate, hanno impedito l’elargizione dei sussidi a soggetti non aventi diritto, per un importo complessivo di oltre 1.300.000 euro. Gli esiti dell’attività investigativa sono stati segnalati alla autorità giudiziaria e all’Inps ai fini dell’interruzione dell’elargizione del sussidio nei riguardi dei soggetti interessati ed il recupero delle somme indebitamente percepite.