All’anarchico sì, al boss no. Le ambiguità di Orlando sulla revoca del 41-bis per Cospito
«State con Cospito o con lo Stato?». Sarà stato senz’altro ruvido Giovanni Donzelli nell’inchiodare gli esponenti del Pd a questa brutale (va bene?) domanda, ma non è che avesse tutti i torti. Sulla vicenda del capo degli anarco-insurrezionalisti in sciopero della fame contro il 41-bis, i dem evidenziano infatti preoccupanti dosi di ambiguità. O, quantomeno, di incoerenza. È il caso, soprattutto, di Andrea Orlando, già ministro Guardasigilli e presente – con Debora Serracchiani, Walter Verini e Silvio Lai – nella delegazione che il 12 gennaio scorso volò a Sassari per sincerarsi delle condizioni di salute di Cospito. Niente di male. Anzi, come ha chiarito Nordio, i parlamentari hanno il diritto-dovere di visitare le carceri e di acquisire informazioni sul trattamento riservato ai detenuti.
Orlando si oppose alla scarcerazione del moribondo Provenzano
L’incoerenza, si diceva. Quella di Orlando emerge in tutta la sua dirompente evidenza in un tweet del 31 gennaio, ripescato oggi da Libero. «No – vi si legge -. Ho detto in tutti i modi che il 41 bis va revocato proprio in ossequio allo stato di diritto». Non fa una grinza. Se non fosse che da ministro della Giustizia la pensava diversamente. Tanto è vero che nel 2016 si oppose alla revoca del 41-bis per il boss Bernardo Provenzano, ridotto ormai a vegetale, e nonostante il nulla osta di tre Procure. L’unica differenza tra allora e ora è che Provenzano era un malato terminale mentre Cospito è in sciopero della fame. Il primo era ormai incapace di intendere e di volere, e infatti morì di lì a poco, mentre il secondo sta ricattando le istituzioni. Ma per il primo Orlando non invocò lo Stato di diritto, per il secondo sì.
La stato di salute di Cospito non c’entra niente
Se tanto ci dà tanto, è evidente che le condizioni di salute non c’entrano niente. È certezza, questa, che si ricava anche da altro tweet (sempre pubblicato da Libero) di altro Provenzano, Peppe, già ministro del Pd. Eccolo: «“Lo Stato non scende a patti coi violenti“, dicono dal Governo, e ci mancherebbe. Solo che la revoca del 41bis a Cospito è invocata non in nome delle sue idee, o delle proteste degli anarchici. Ma in nome dello Stato di diritto, della Costituzione. Il “garantista” Nordio dov’è?». Esattamente dov’era Orlando mentre il Provenzano padrino tirava le cuoia. Solo che a quel tempo il Provenzano politico non c’era. E se c’era, dormiva.
Sinistra ambigua sul 41-bis
Ma se non c’entrano (e non c’entrano) le ragioni umanitarie, perché il Pd si è imbarcato in questa crociata anti-41 bis? Possibile che i suoi esponenti non si rendano conto che battersi per la sua revoca in favore di Cospito significa spianare un’autostrada in favore dei boss? Strano che non lo afferrino, visto che solitamente sono i più lesti e i più solerti nell’ammannire lezioncine di mafiologia. Più probabile, allora, che c’entri invece quell’antica ambiguità di certa sinistra, la stessa che spacciava i terroristi rossi per «compagni che sbagliano» e che si trincerava nella doppia negazione: «Né con lo Stato né con le Br». Oggi si tradurrebbe in «né con Cospito né con il 41-bis». Insomma, il passato che afferra il presente. Non si offendano, perciò, i vari Orlando e compagnia, se la domanda di ieri è la stessa di oggi: «Ma voi, da che parte state?»