Anarchici sotto il carcere di Opera con le canzoni trap di Niko Pandetta, nipote del boss “zio Turi”

4 Feb 2023 18:21 - di Redazione
anarchici Opera

Erano circa duecento gli anarchici che si sono ritrovati nel primo pomeriggio davanti al carcere di Opera a Milano, dove è stato trasferito il detenuto Alfredo Cospito. Hanno gridato “libertà, libertà” e hanno acceso fumogeni per salutari i carcerati. L’istituto penitenziario era presidiato da forze dell’ordine in tenuta anti-sommossa.

I manifestanti hanno rivolto insulti e minacce ai giornalisti. “Fate schifo, lavorate sulla pelle della gente. Giornalisti servi di questure e ministeri. Poi vi lamentate se vi arrivano le pietre”: queste alcune delle frase rivolte ai cronisti presenti.

Qualche attimo di tensione si è verificato quando una parte dei manifestanti ha raggiunto il recinto esterno della struttura, tirando all’interno fumogeni e pietre.

C’era anche una particolare colonna sonora ad accompagnare il presidio anarchico. Da ‘Scappo vado via’ alla hit ‘Pistole nella Fendi’ la discografia di Niko Pandetta, il trapper neomelodico detenuto a Opera, ha fatto la parte del leone. Pandetta è il nipote del boss catanese Salvatore “Turi” Cappello.

Pandetta è stato arrestato il 19 ottobre 2022 e deve scontare 4 anni di reclusione per spaccio. Il trapper sostiene di non avere più nulla a che fare con la mafia ma nel 2016 dedicò una canzone allo zio che recitava così: “Zio Turi io ti ringrazio ancora per tutto quello che fai per me, sei stato tu la scuola di vita che mi ha insegnato a vivere con onore, per colpa di questi pentiti sei chiuso là dentro al 41 bis”. Nel disco “pistole nella Fendi” che è tanto piaciuto alle brigate pro-Cospito il ritornello recita “maresciallo non mi prendi”. Si tratta di un inno alla malavita. Nell’altra canzone che hanno fatto risuonare per marcare bene la differenza tra loro e lo Stato il ritornello è invece: “Scappo, vado via, c’è la polizia, sotto casa mia, la la la la la”.

Ha voluto essere presente al presidio per Cospito ad Opera anche Simone Ficicchia, l’esponente di Ultima generazione per cui è stata chiesta la sorveglianza semplice dopo che ha partecipato a una serie di azioni come il lancio di vernice sulla Scala di Milano lo scorso 7 dicembre.

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