“Anche il pusher ha diritto al permesso di soggiorno”: sentenza a sorpresa del Tar dell’Umbria
Anche chi si guadagna da vivere in Italia facendo il pusher ha diritto al permesso di soggiorno sul suolo italiano: è questa la sconcertante conseguenza dell’attuale vuoto normativo.
Il Tribunale amministrativo regionale dell’Umbria ha infatti accolto la richiesta di sospensiva di uno straniero, difeso dagli avvocati Antonio Cozza e Giulia Camorri, del decreto emesso dal questore della Provincia di Perugia “con il quale è stata rigettata l’istanza volta ad ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno”, motivato sulla base di una precedente condanna per reati inerenti gli stupefacenti.
I giudici amministrativi, come scrive Perugia Today, pur ricordando che una condanna per tali reati “sia automaticamente ostativa al rilascio ovvero al rinnovo del titolo di soggiorno”, hanno sottolineato che tale automatismo è stato messo in dubbio dal Consiglio di Stato, che ha sollevato la questione di legittimità costituzionale.
In attesa della decisione della Corte Costituzionale, quindi, e siccome “dall’esecuzione del provvedimento deriverebbe a carico del ricorrente un pregiudizio grave ed irreparabile, comportando per lo stesso l’obbligo di lasciare il territorio dello Stato”, il Tar ha accolto l’istanza cautelare, rinviando a giugno per la camera di consiglio.
Pusher marocchino a Napoli: 12mila euro in contanti e reddito di cittadinanza
Un altro pusher straniero, in questo caso originario del Marocco, è salito alla ribalta perché intascava anche il reddito di cittadinanza. I carabinieri della stazione di Striano (Napoli) hanno arrestato un 39enne di origini marocchine, già noto alle forze dell’ordine. I militari lo hanno fermato in strada, mentre era in auto con un connazionale. Guidava una Fiat 500X noleggiata e nell’abitacolo nascondeva centinaia di dosi di hashish, 404 per la precisione, occultati sotto il sedile. In tasca anche 130 euro in banconote di piccolo taglio. Nella sua abitazione sono stati rinvenuti due cellulari e dodicimila e duecento euro. Tutto sequestrato perché ritenuto provento illecito. Abdeslam Soufi, questo il nome del 39enne, è finito in manette ed è ora in carcere, in attesa di giudizio. Da accertamenti effettuati successivamente è emerso che il marocchino era anche beneficiario del reddito di cittadinanza. Avviato l’iter di revoca del beneficio.