Archeologia, scoperte fortificazioni in legno attorno a un forte romano (come sosteneva Cesare)

25 Feb 2023 11:15 - di Redazione
fortino romano cesare

Per la prima volta gli archeologi hanno scoperto delle difese in legno che circondavano un antico forte romano, come sosteneva Giulio Cesare. La recinzione, sormontata da pali di legno appuntiti, simile all’odierno filo spinato, è il tipo di fortificazione di cui si conosce l’esistenza grazie agli scritti antichi dei latini. Tra questi scritti sul forte romano, appunto, quelli di Cesare. Ma di loro non era mai stato trovato alcun esempio. Le misure di difesa sono state ritrovate in quella che oggi è la città di Bad Ems, nella Renania-Palatinato, in Germania. La scoperta è stata annunciata dall’Università Goethe di Francoforte.

Forte romano, aveva ragione Cesare

Gli scavi sul sito sono iniziati dopo che nel 2016 un cacciatore locale, Jürgen Eigenbrod, aveva notato dei segni sul terreno in un campo. Le differenze di colore nelle sezioni di grano, si poi è scoperto, erano causate dai resti dei fossati scavati dai Romani. Utilizzando prospezioni geomagnetiche, gli archeologi hanno quindi scoperto i resti di non meno di 40 torri nel sito, oltre a un accampamento più piccolo, sui lati opposti della valle. Sembra che l’area sia stata utilizzata come accampamento solo per un paio d’anni prima di essere bruciata, spiegano gli archeologi dell’Università Goethe di Francoforte.

La parole di Tacito

Sembra che gli antichi Romani stessero scavando un tunnel nella terra, alla ricerca di depositi d’argento. In un primo momento, gli archeologi tedeschi hanno creduto che i resti del fuoco e le scorie fuse fossero la prova che i Romani avevano allestito un impianto di fusione per lavorare il minerale d’argento. Ma gli scritti dello storico antico Tacito rivelano che gli sforzi del governatore romano Curzio Rufo per estrarre l’argento nella zona fallirono nell’anno 47 d.C. Aspettandosi ricchezze incalcolabili, i Romani avevano allestito una base pesantemente fortificata e presidiata da truppe militari, il che spiega le difese simili a filo spinato, destinate a scoraggiare incursioni improvvise.

Forte romano e Cesare, gli studi continuano

Purtroppo per loro, una ricca vena di metallo prezioso sarebbe stata portata alla luce nell’area solo millenni dopo, durante gli scavi archeologici del 1897. C’era abbastanza argento da permettere ai Romani di continuare le operazioni di estrazione per due secoli, se solo avessero continuato a scavare. Questi inutili sforzi dell’antichità sono una storia affascinante: Frederic Auth, a capo degli scavi dal 2019, ha vinto il primo premio per il suo resoconto della storia del sito al Wiesbaden Science Slam del 2022. Le ricerche e gli scavi continueranno, guidati da Markus Scholz, professore di archeologia e storia romana antica all’Università Goethe di Francoforte; dall’archeologo Daniel Burger-Völlmecke; e da Peter Henrich della Direzione generale per i beni culturali della Renania-Palatinato. Nel frattempo, le antiche punte di legno si trovano ora al Römisch-Germanisches Zentralmuseum di Magonza.

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