Battista sul busto del Duce di La Russa: gli chiedono di sputare sul padre, una cosa barbarica e staliniana
Pierluigi Battista di padri fascisti se ne intende, visto che suo padre lo era. E a quel padre ha dedicato un libro raccontando di un rapporto sofferto e intimo. “Oggi il clima è peggiore, non so se lo riscriverei – ammette in una intervista al Giornale -Era un richiamo alla complessità delle persone, oggi la complessità non è tollerata”. Sulle polemiche attorno al busto di Mussolini che Ignazio la Russa non intende gettare via perché glielo ha regalato il padre, Battista è lapidario.
Battista: è come ai tempi di Stalin, quando ai figli chiedevano di denunciare i genitori
«La premessa che io trovo sconcertante in questa vicenda – afferma – è che quella che viene fatta è sostanzialmente una richiesta di ripudio. Non si chiede una presa di posizione nei confronti del fascismo… Ma si chiede che una persona, per dimostrare di essere democratica, sputi su una cosa che gli ha regalato il padre. E tutto questo andrebbe fatto davanti alle telecamere. Quello che loro vorrebbero è una sorta di rito di purificazione è una cosa di matrice staliniana».
Sul fascismo la destra ha detto parole chiare già a Fiuggi
Una cosa “barbarica”, continua Battista, “come quando nello stalinismo si dovevano denunciare i genitori”. Sul fascismo, ricorda, la destra ha detto parole chiare “sin dal congresso di Fiuggi, lo seguii come giornalista, con il passaggio dal Movimento sociale ad Alleanza nazionale che fu una svolta, vogliamo dirlo, molto più radicale di quanto sia stato il passaggio alla Bolognina dal Partito comunista al Partito democratico della sinistra. Già allora si disse che si riconosceva nell’antifascismo il momento storico in cui l’Italia ha riconquistato la libertà. Parafraso ma questo era il concetto”.
Battista: fanno finta che De Felice non ci sia mai stato
Il punto, per Battista, è che si vuole mantenere vivo “un clima di allarmismo antifascista che è cosa diversa dall’antifascismo. É questo il punto. Se avesse il busto di Mao nessuno gli direbbe niente. A sinistra c’è chi ha parlato come Goffredo Bettini del ritorno dello spirito del’17 e nessuno gli ha detto niente. A me dà fastidio la poca serietà di cose così perché invece dovremmo essere tutti semplicemente antitotalitari. Far finta che siamo alle soglie della marcia su Roma è una falsificazione. Come se non ci fosse stato Renzo De Felice. Definire fascismo qualunque cosa è pigrizia culturale”.