Cospito, la Cassazione rigetta il ricorso della difesa: il leader anarchico resta al 41 bis
Dopo quasi sette ore di camera di consiglio la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della difesa dell’ anarchico Alfredo Cospito che, a questo punto, dovrà restare detenuto in regime di 41 bis.
I supremi giudici, che hanno rigettato il ricorso della difesa di Cospito, non hanno accolto la richiesta della Procura Generale che, nella requisitoria scritta, aveva chiesto di annullare con rinvio per un nuovo esame l’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Roma del 1 dicembre 2022 che aveva confermato il 41bis per l’anarchico.
“Emerge nella motivazione dell’ordinanza impugnata – scriveva il pg Pietro Gaeta – una carenza di fattualità in ordine ai momenti di collegamento con l’associazione, che lascia sopravvivere la stigmatizzazione difensiva secondo cui la condizione interclusiva speciale fosse giustificata solo dalla necessità di contenimento dell’estremismo ideologico’’.
La sentenza è stata accolta dal grido “assassini, assassini”, dai pochi anarchici che si erano radunati al centro della piazza prospiciente il “Palazzaccio” e che, durante tutta la camera di consiglio e fin dalla mattina, sono rimasti in presidio per ore in piazza Cavour, a Roma, in solidarietà con Cospito: “Rimaniamo qui e aspetteremo la sentenza” avevano detto prima della pronuncia dei giudici della Cassazione mentre la piazza era presidiata dalle forze dell’ordine ed un elicottero sorvolava la zona. Il presidio si è sciolto poco dopo la notizia della sentenza.
“Prendiamo atto della decisione della Corte di Cassazione – ha commentato il ministro della Giustizia Carlo Nordio – Come più volte illustrato in Parlamento, essa attiene al procedimento giurisdizionale di competenza esclusiva della magistratura nella sua piena autonomia e indipendenza”.
Cospito è in sciopero della fame parziale – si nutre con alcuni integratori ed è seguito da uno staff medico – per protesta contro il 41 bis, regime detentivo a cui è sottoposto perché i magistrati, in particolare la Procura di Perugia di Perugia e quella di Torino, ritengono che i suoi proclami siano equiparabili ai pizzini mafiosi e lo qualifichino come un leader riconosciuto degli anarchici che agiscono su suo input.
I giudici della Suprema Corte erano riuniti in Camera di Consiglio per decidere sul ricorso presentato dalla difesa dell’anarchico per chiedere la revoca del carcere duro.
Cospito, che era detenuto da oltre 10 anni al Bancali di Sassari per la gambizzazione dell’allora amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, in sciopero della fame da quasi 4 mesi, è stato prima trasferito nel penitenziario di Opera a Milano per le precarie condizioni di salute, poi al reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale San Paolo di Milano.
Esponente di spicco della Federazione anarchica informale, è anche accusato di strage per due ordigni esplosi nei pressi della scuola allievi carabinieri di Fossano nel cuneese nel 2006, che non provocarono feriti.
Hanno fatto bene; anzi debbono buttare anche la chiave della cella.
Bene, però come ho detto più volte, non continuiamo con questo accanimento terapeutico, lasciamolo morire in pace, scordiamoci di questo individuo smettano di palarne
Bene così.