Eskimi in cattedra: la preside Savino scrive lettere e pensa alle comunali. E altri prof la imitano
La preside Annalisa Savino, cuore che batte a sinistra e esperienza didattica alla scuola media prima di vincere il concorso da dirigente scolastico, è diventata un modello da imitare nei licei fiorentini. Non tanto per la storia del fascismo (argomento sul quale è apparsa piuttosto impreparata) quanto per la letterina agli studenti antifascisti. Non siate indifferenti. Reagite. Siate il baluardo al dilagare del fascismo…
Ma nessuno condanna gli slogan sulle foibe
Il ministro Valditara, reo di avere definito impropria la lettera-volantino della docente, è stato crocifisso dai media di sinistra. Gli stessi che hanno passato sotto silenzio gli slogan vergognosi che si sono uditi al corteo antifascista di Firenze. Un incitamento alla violenza stile anni Settanta che non colpisce le coscienze di sinistra tanto quanto la rissa davanti al liceo Michelangiolo. Intanto il leghista Bussolin, segretario fiorentino della Lega, ricorda che la Savino è stata candidata alle primarie del Pd e che tutto questo suo protagonismo mira probabilmente a una candidatura alle prossime comunali.
La lettera della preside Savino diventa modello da imitare
La sua lettera diventa intanto un precedente da imitare. Ecco allora i docenti del liceo classico Machiavelli di Firenze unirsi al coro di sdegno per le violenze “fasciste”: “Come docenti, educatori e cittadini siamo stati profondamente scossi dall’aggressione avvenuta sabato 18 febbraio in via della Colonna, perpetrata ai danni di alcuni studenti del Collettivo del Liceo Michelangiolo da parte di giovani esponenti di Azione studentesca. All’accertamento della dinamica dei fatti sta provvedendo l’autorità giudiziaria, ma noi vogliamo unirci alle parole di ferma condanna di quanto accaduto, già pronunciate da varie Istituzioni scolastiche e cittadine con parole che riteniamo universalmente condivisibili e fondanti per la comunità scolastica”.
Altri docenti scrivono comunicati sdegnati
Ma anche il classico Galilei non è da meno. Anche qui comunicato da far girare per tenere alta l’attenzione su un episodio ingigantito a dismisura. “La scrivente dottoressa Liliana Gilli, insieme allo staff di presidenza, ed interpretando il sentire del personale con cui si è confrontata, esprime solidarietà alle persone coinvolte in un episodio che lascia sbigottiti e che crea profondo dispiacere in quanto atto di violenza gratuita, inutile e vile. Il Liceo Galileo condanna sempre e comunque ogni atto di violenza, nella convinzione che il ruolo della scuola sia di testimonianza e di presidio democratico, come previsto dalla nostra Costituzione”. La “scrivente” deve essere una delle docenti democratiche di cui tesseva le lodi ieri Concita De Gregorio.
Come la professoressa Maria Rita Urciuoli, dirigente scolastica dell’istituto di istruzione superiore Alberti-Dante di Firenze. Anche lei condanna l’esecrabile aggressione avvenuta al liceo Michelangiolo. Tutto ciò in vista del prossimo corteo antifascista indetto per il 4 marzo, con adesioni da tutta Italia. Dato l’andazzo, magari portano avanti la tiritera fino al 25 aprile.
Intanto la preside che ha dato inizio alla resistenza fatta di letterine che fa? Denuncia quelli del Blocco studentesco che hanno affisso uno striscione davanti alla sua scuola e bruciato la sua lettera. Il giusto contributo, insomma, affinché gli animi si rasserenino. Dunque, come se non bastassero gli eskimi in redazione, sono tornati anche gli eskimi in cattedra.