Firenze, sei identificati per l’aggressione. Il Pd specula, l’Anpas: scontri figli di forzature ideologiche
Il Pd giustamente condanna gli scontri davanti al liceo Michelangiolo di Firenze, cosa sacrosanta, ma lo fa ribadendo l’appello a Giorgia Meloni e al ministro dell’Interno Piantedosi a rilasciare dichiarazioni di condanna come se ci potesse essere dubbio sulla netta distanza del premier Meloni e di tutta FdI dinanzi a fatti così violenti e che rischiano di innescare pericolose spirali.
Torselli (FdI): le aggressioni e gli atti vigliacchi non appartengono alla nostra storia
“Nessuno provi – dichiara Francesco Torselli, capogruppo FdI alla Regione Toscana – a costruire ambiguità o dubbi sul nostro pensiero. Le aggressioni, le intimidazioni, gli atti vigliacchi non appartengono né alla nostra storia né al nostro modo di fare politica. Fratelli d’Italia e i suoi movimenti giovanili rifiutano la violenza come forma di manifestazione politica e condannano apertamente qualsivoglia aggressione o intimidazione, da qualsiasi parte esse arrivino. I luoghi scolastici ed universitari stanno diventando sempre più contesti in cui si verificano episodi di violenza: un problema che siamo disponibili da subito ad affrontare in maniera seria insieme a tutte le forze politiche ed istituzionali”.
Lezzi (Lega): si abbassino subito i toni
Il vicecapogruppo della Lega alla Camera Igor Lezzi esprime “ferma condanna di ogni forma di violenza. Non esiste alcuna ragione, idea, contestazione che in democrazia possa essere espressa con minacce e aggressioni, di qualunque tipo esse siano. Diffondere volantini con auguri di morte a Giorgia Meloni come accaduto a Parma, ma anche i fatti di ieri a Firenze, non sono accettabili. L’auspicio è che si abbassino i toni subito”.
Sei giovani identificati dalla polizia
Sono sei intanto i giovani identificati dalla polizia coinvolti nell’aggressione ai due studenti del liceo Michelangiolo. Si tratta di tre maggiorenni e tre minorenni, estranei alla scuola, appartenenti ad Azione Studentesca. Secondo quanto ricostruito dalla Digos della Questura, le dinamiche dell’aggressione sono legate a un volantinaggio davanti alla scuola da parte dei giovani di Azione Studentesca, che avrebbe accesso una discussione con due studenti del liceo aderenti al collettivo Sum (Studenti Uniti Michelangiolo).
Riguardo alla responsabilità per i fatti successi, i sei giovani potrebbero rispondere del reato di manifestazione non preavvisata, previsto dall’articolo 18 del Tulps, con riferimento all’attività di volantinaggio. Potrebbero rispondere anche del reato di lesioni personali, qualora vi siano i presupposti (come la presentazione della querela da parte delle vittime), oltre che di altri eventuali reati che l’autorità giudiziaria – alla quale saranno trasmetti gli atti – potrebbe ravvisare.
La scena in un video diventato virale
La scena è stata ripresa anche da un video, poi circolato in rete, che mostra un ragazzo con lo zaino a terra sull’asfalto mente in due lo prendono a calci. Durante lo scontro è intervenuta anche una docente del liceo che ha cercato di bloccare la violenza. E’ stata la preside Rita Gaeta a chiamare la polizia.
Anpas: Dialogate, serve pacificazione
Da Dimitri Bettini dell’Anpas Toscana arriva infine l’invito agli studenti a dialogare anziché prendersi a calci. “Voglio rivolgere un invito ai ragazzi del Michelangelo. Sia ai picchiatori che agli studenti picchiati. Incontratevi e dialogate nella sede di una nostra Pubblica Assistenza. Quel ragazzo a terra, picchiato con violenza con calci e pugni potrebbe essere mio figlio. Ma anche quello che lo ha picchiato potrebbe esserlo ugualmente. La violenza va condannata, ma nasce dalla contrapposizione ideologica, da una forzatura della politica che taglia ogni umana connessione. Questi episodi sono il retaggio di un’epoca passata; la società civile aveva sconfitto tutto questo, ma in tempi difficili serve maggiore attenzione, serve l’intervento di chi ha gli anticorpi per farlo. Come la professoressa che si è ‘messa in mezzo’ per far cessare la rissa, come i volontari che tutti i giorni si spendono per aiutare gli altri”.
«Sono disponibile – conclude Bettini – il nostro movimento è disponibile, a favorire questo processo di pacificazione. Come? Attraverso il servizio, dando a questi ragazzi l’opportunità di capire quali sono i bisogni delle persone che soffrono. Ma niente può cominciare senza prima un confronto. Noi ci mettiamo il ‘campo neutro’, e l’impegno di far conoscere se loro vorranno un mondo fatto dell’unica politica che conta: quella dell’aiuto al prossimo».