Foggia, condannato all’ergastolo il 38enne che fuggì dal carcere e uccise la madre della sua ex

17 Feb 2023 20:45 - di Alessandra Danieli

È  stato condannato alla pena dell’ergastolo in primo grado dalla Corte d’Assise di Foggia il 38enne di Orta Nova, Cristoforo Aghilar. Accusato dell’omicidio della 56enne Filomena Bruno, madre della sua ex fidanzata. Avvenuto nel pomeriggio del 28 ottobre 2019. L’uomo, che aveva già dei precedenti, aveva tentato di uccidere la donna qualche giorno prima in un bar. Dove esplose alcuni colpi di arma da fuoco  ma non riuscì a eliminarla. Aghilar accusava la donna di non volergli dire dove si trovava la sua ex compagna. Che era stata portata in una località protetta dopo essere sfuggita in precedenza alle sue violenze e ai suoi soprusi.

Foggia, ergastolo per Aghilar che uccise nel 2019 la madre dell’ex fidanzata

A marzo del 2020 l’uomo, al momento già detenuto, partecipò alla clamorosa rivolta del carcere di Foggia. Quando, per protestare contro le misure di emergenza anti covid, una novantina di reclusi riuscirono a evadere. Aghilar restò latitante per 4 mesi e mezzo. E poi fu acciuffato dai carabinieri. Nel periodo di latitanza anche gli altri familiari della vittima furono portati in una località protetta. “Sul piano umano e personale – ha spiegato l’avvocato di parte civile della famiglia della vittima, Michele Sodrio – non sono mai contento o felice di fronte ad una sentenza di ergastolo. Ma sul piano professionale sono soddisfatto. Perché sono stato convinto fin dall’inizio che dovesse essere questa la pena giusta”.

Il legale della famiglia: un delitto orribile e annunciato

Siamo davvero di fronte a un delitto orribile – ha aggiunto – e per molti versi totalmente insensato. Se mai ci può essere un senso logico per un gesto del genere. “È sicuramente un femminicidio,  se consideriamo come tale un delitto che ha alla base un sentimento di disprezzo nei confronti della donna in quanto tale. Ho parlato con i miei clienti, figli, fratelli, madre e cognata di Filomena Bruno, subito dopo l’udienza. La tristezza è tanta e anche loro come me sono affranti. Perché nessuna sentenza penale o civile potrà ridargli indietro Filomena, ma almeno sentono di avere avuto una prima risposta dalla giustizia”.

Troppe negligenze nella difesa preventiva della vittima

Restiamo convinti – ha concluso il difensore della famiglia – che quello di Filomena Bruno sia stato un delitto purtroppo largamente annunciato. E che vi siano state gravi negligenze nel non metterla in sicurezza durante i giorni e le settimane che hanno preceduto il suo assassinio. E per questo la nostra battaglia continuerà. Perché di sicuro ci sarà l’appello dell’imputato, come è suo diritto. E non faremo passi indietro nella nostra causa civile contro i ministeri della Difesa e dell’Interno, per le gravi negligenze.

 

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