Foibe, FdI chiede di revocare le onorificenze al boia Tito: «Massacrò migliaia di italiani»
Revocare l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana a Josip Broz, meglio conosciuto come Tito, il dittatore jugoslavo morto nel maggio del 1980. È quanto chiede una proposta di legge – primi firmatari Walter Rizzetto, il capogruppo Tommaso Foti e la deputata triestina Nicole Matteoni – il gruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. Sotto il profilo tecnico-giuridico, il testo di FdI inserisce nel nostro ordinamento la possibilità di revoca del titolo a chiunque, anche se defunto come il Maresciallo Tito, si sia macchiato di crimini crudeli contro l’umanità.
Depositata la proposta di legge: primi firmatari Rizzetto, Foti e Matteoni
«È paradossale – spiega Rizzetto – che la legge istitutiva dell’Ordine dei Cavalieri della Repubblica preveda che non si possa annullare l’onorificenza a persone nel frattempo decedute. Da qui – aggiunge – l’iniziativa di Fratelli d’Italia di modifica della legge per poter poi revocare il titolo di Cavaliere al sanguinario dittatore comunista jugoslavo». Non è, questa, l’unica assurdità della vicenda. Ancor più grave – e lo stesso Rizzetto non manca di evidenziarlo – è il fatto che l’onorificenza resti nonostante gli sviluppi storici sulle vicende che straziarono il nostro confine orientale durante la Seconda guerra mondiale e negli anni immediatamente successivi.
Tito fu insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce nel 1970
L’onorificenza, la più elevata di cui si possa essere insigniti, fu concessa a Tito nel 1970, quando la tragedia delle foibe e l’esodo degli istro-fiumano-dalmati erano argomenti tabù e come tali banditi dal dibattito pubblico. Ma oggi tutti sanno che di quelle tragedie Tito fu ispiratore ed esecutore. Migliaia e migliaia gli italiani morti per suo ordine. Si tratta di fatti occultati per decenni, come ha riconosciuto lo stesso presidente Mattarella durante le commemorazioni del Giorno del Ricordo. «Oggi che però la verità storica è stata ristabilita – conclude Rizzetto – è assurdo che la Repubblica italiana, da un lato, riconosca il dramma delle foibe e celebri la memoria delle sue vittime e, dall’altro, annoveri tra i suoi più illustri insigniti proprio chi ordinò la pulizia etnica degli italiani in Istria e nell’Adriatico orientale».