I segreti di Beirut, il governo Meloni desecreta 42 documenti di Giovannone. Cutonilli: siamo solo all’inizio
Il governo Meloni, ha rivelato oggi il sottosegretario alla presidenza del consiglio Alfredo Mantovano rispondendo a una domanda nel corso della presentazione del rapporto annuale sull’intelligence ha dato indicazioni a “desecretare 42 documenti sui giornalisti Italo Toni e Graziella De Palo e su ciò che ruota intorno a quella vicenda” e questo può portare ad alzare il velo anche su altri misteri come la strage di Bologna e il disastro di Ustica giacché molte di quelle carte rimaste sepolte per anni sulle quali i governi precedenti avevano apposto il segreto, si riferiscono, direttamente e indirettamente, all’operato dell’allora capocentro del Sismi a Beirut, Stefano Giovannone e agli allarmi che egli inviò al governo italiano in ordine alle minacce palestinesi di attentati ad interessi italiani proprio in quel periodo. “Siamo solo all’inizio“, commenta, soddisfatto, Valerio Cutonilli, uno dei più noti e accreditati ricercatori storici di quelle vicende che segnarono così pesantemente, la storia d’Italia.
Italo Toni e Graziella De Palo scomparvero il 2 settembre 1980, dieci giorni dopo essere arrivati in Libano dove operava, per conto dell’allora governo italiano, Giovannone, nome in codice “Maestro”.
Il colonnello aveva inviato al governo italiano nei mesi precedenti la strage di Bologna del 2 agosto 1980 e il disastro di Ustica del 27 giugno 1980, rapporti circostanziati sulle minacce dei palestinesi che pretendevano la restituzione dei due missili Sam Strela 7 sequestrati a tre autonomi ad Ortona e chiedevano anche la liberazione dei tre e del giordano Abu Anzeh Saleh, alto esponente dell’Fplp in Italia, arrestati assieme, in nome del cosiddetto Lodo Moro, un patto segreto che consentiva il transito di armi in cambio della salvaguardia da attentati sul suolo italiano.
I missili erano parte di un traffico di armi diretto alla resistenza palestinese che doveva essere caricato sul mercantile libanese Sidon in attesa di fronte alle coste italiane a sud di Pescara.
Le minacce palestinesi avvertivano, per esempio, il 12 maggio 1980 – due mesi e mezzo prima della strage di Bologna – che, “in caso di risposta negativa la maggioranza della dirigenza e la base dell’Fplp intende riprendere, dopo sette anni, la propria libertà di azione nei confronti dell’Italia, dei suoi cittadini e dei suoi interessi con operazioni che potrebbero coinvolgere anche innocenti“.
Abbiamo chiesto a Valerio Cutonilli, dunque, cosa può significare la desecretazione di quelle carte e a cosa può portare anche in relazione agli accertamenti sulla strage di Bologna e sul disastro di Ustica. Oltreché sulla scomparsa di Italo Toni e Graziella De Palo a Beirut.
“L’imminente versamento all’archivio di Stato di 42 documenti, sinora secretati, relativi alla scomparsa di Maria Grazia De Palo e Italo Toni nel 1980 in Libano, è senz’altro una notizia positiva giacché oggi sappiamo – spiega Cutonilli – che i nostri governi, a partire dall’inizio degli ’70, svilupparono nell’area mediterranea una diplomazia sotterranea che affiancava e talvolta sostituiva quella ufficiale“.
“Tale attività “riservata” fu affidata al servizio segreto militare – ricorda il ricercatore romano. – Essa riguardava molteplici settori. Innanzitutto quello della sicurezza, essendo tale politica volta a evitare il rischio di attentati terroristici nel territorio italiano. Ma il “mandato parallelo” riguardava anche – svela – il commercio internazionale delle armi, strategico per il nostro paese“.
“Meno considerato, ma di estrema rilevanza, era infine l’ambito delle transazioni commerciali con alcuni paesi arabi, indispensabili per l’approvvigionamento energetico. Un business di proporzioni gigantesche, vitale per l’economia depressa dell’Italia, favorito dalla mediazione dei gruppi armati palestinesi. Questa diplomazia sotterranea ha garantito risultati notevoli ma – ricostruisce Cutonilli – in alcuni casi è stata causa di gravi conseguenze di cui l’opinione pubblica non ha avuto quasi mai piena contezza. Talvolta le tensioni della guerra fredda si sono riversate indirettamente nello scacchiere mediterraneo, generando effetti indesiderati anche su questa nostra politica estera del “doppio binario”.
“L’elevata distanza temporale consente oggi di guardare a tali fatti con maggiore distacco e serenità. Credo sia giunto il momento di fare i conti in modo onesto con il nostro passato. Sta aumentando il numero di storici e ricercatori che si muove in tale precisa direzione. Sono molto ottimista, anche se non sono in grado di predire la tempistica delle “sorprese” in arrivo. Credo però che vadano evitati alcuni errori”, mette in guardia Cutonilli.
“Innanzitutto – dice – bisogna ignorare a tutti i costi quanti cercano di sabotare la trasversalità della ricerca in corso innescando conflitti ideologici o a sfondo geopolitico. Si tratta di provocatori che non disdegnano l’attacco di natura personale. Ma la caratura intellettuale di costoro è quasi sempre modesta. Il tentativo di sabotaggio più insidioso, tutt’altro che rozzo, arriva invece da un’altra direzione”, avverte Cutonilli.
“Il versamento dei documenti desecretati, e soprattutto desecretandi, è ormai inevitabile. Qualcuno sinora ha cercato astutamente di “asciugare” le fonti sinora sconosciute. Di rendere ostensibile solo ciò che è già noto o quanto potrebbe risultare contraddittorio – punta il dito Cutonilli. – Si pensi per esempio allo scenario di crisi che si sviluppa dopo il sequestro a Ortona nel novembre 1979 dei noti missili Strela“.
“Sappiamo da tempo che nei mesi successivi il governo italiano ricevette, tramite il Centro-Sismi di Beirut, minacce ritorsive dal gruppo oltranzista palestinese del Fplp. Sempre più persone pongono in relazione tale scenario con l’esplosione occorsa alla stazione ferroviaria di Bologna il 2 agosto 1980. Le informative del Sismi a oggi desecretate, quelle che certificano l’imminente situazione di pericolo, si fermano curiosamente al 2 luglio 1980. I documenti che riguardano le settimane successive, e a maggior ragione quelli concernenti i giorni cruciali della strage, restano chiusi nei cassetti. La desecretazione riprende invece con riferimento ai documenti risalenti al settembre 1980. Allorquando – ce lo ha spiegato più volte l’autorità giudiziaria – il Sismi diede inizio al depistaggio dell’inchiesta sull’esplosione bolognese. Qualcuno in passato ha voluto farci credere che il Centro-Sismi di Beirut cadde in letargo tra l’ultima settimana di luglio e la prima di agosto 1980. Sappiamo che non è così”, conclude Cutonilli.
Credevo e credo nella sincera volontà della nostra premier di fare piena luce sulla tragedia della mia famiglia e sono.quindi sicuro che non si tratti del solito bluff, come lo fu quello operato dal Governo Berlusconi.