Il caso Firenze, la testimonianza: noi picchiati da anarchici e centri sociali, ma non se ne è mai fatto un caso nazionale
Dopo i fatti al liceo Michelangiolo di Firenze, la macchina giornalistica di sinistra ha imbastito l’ennesima campagna partigiana sul pericolo dello squadrismo fascista.
Ovviamente sono tutti alacremente impegnati a fare di un fatto, seppur deprecabile, un caso di Stato. Pagine e pagine di giornale, ore e ore di trasmissione, sforzi sovraumani per gonfiare il palloncino rosso da sventolare davanti agli occhi degli italiani e contraffare la verità.
La verità è che in Italia esiste, – è radicata – una violenza di sinistra, perpetrata costantemente da centri sociali, collettivi, anarchici. Passata sotto silenzio, sminuita, nascosta.
Lo dico con coscienza di causa abitando a Bologna. Da quando ho iniziato a fare politica, ho solo subìto ed ho visto subire di tutto a tanti ragazzi: sputi, insulti, banchetti rovesciati, spinte, oggetti lanciati, aggressioni.
Il mio collega Galeazzo Bignami è stato più volte picchiato. Io stesso sono stato aggredito, come molti nostri giovani.
L’ultimo caso 7 mesi fa: alcuni ragazzi e ragazze di Azione Universitaria uscivano tranquillamente dall’Università, li aspettava un gruppo di circa 30 persone, organizzate per mettere in atto un vero e proprio agguato. Calci, pugni, spinte e diverse denunce. Avete mai letto qualcosa a livello nazionale?
A Bologna abbiamo sempre avuto ed abbiamo sempre dato un ordine perentorio: non reagire. Mai.
C’è una generazione cresciuta con un unico mantra: qualsiasi cosa vi fanno, subite. Perché se reagite passate dalla parte del torto. A nessuno fregherà nulla se siete stati provocati, se vi hanno sputato o spinto, se hanno insultato vostra mamma. Diranno che il brutto e cattivo fascista è un picchiatore. Quindi è nata una generazione di incassatori professionisti che farebbero l’orgoglio di Jake La Motta e Ghandi.
Non credo che nel resto d’Italia vada molto diversamente visto che, a memoria, questo è l’unico caso in cui qualcuno ha reagito o agito. Non so cosa sia successo a Firenze, di sicuro quei ragazzi hanno sbagliato a reagire.
In politica non si alzano mai le mani. La violenza è sempre sbagliata, anche quella verbale. Perché la violenza fisica inizia sempre dopo quella verbale.
Sempre appunto, non solo quando fa comodo per creare il mostro fascista. Ma per l’intellighenzia di sinistra, se la violenza arriva da loro compagni è legittima.
Picchiare un fascista non è reato, recitava uno slogan degli anni di piombo, figuriamoci se lo è insultarlo, sputargli, spingerlo e provocarlo, anzi è quasi diventato un dovere civico: prima o poi reagirà ed il gioco è fatto, da vittima a carnefice il passo è breve. Il buon senso dovrebbe invitare tutti ad abbassare i toni. E a condannare sempre tutte le violenze, non a fomentare divisioni.
*Senatore di Fratelli d’Italia