Il “caso marò” è chiuso: l’Italia ricuce con l’India. La Meloni in missione a Nuova Delhi
Dopo il Nord-Africa, l’India. la strategia geopolitica del governo guidato da Giorgia Meloni si accinge a centrare un nuovo obiettivo. Mercoledì, infatti, il premier volerà a Nuova Delhi per firmare un memorandum of understading con il primo ministro Narendra Modi. Si tratta di un protocollo d’intesa che cancellerà una volta per tutte le tensioni accumulate tra Italia e India dal “caso marò“ e dalle presunte tangenti versate da Leonardo al governo indiano. Ad accompagnare la Meloni, il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Una visita, quella di dopodomani, dall’elevato spessore geopolitico e che segnala l‘ambizione dell’Italia ad esercitare un ruolo tutt’altro che secondario nel turbolento scenario del Pacifico.
Mercoledì la Meloni sarà nella capitale indiana
La missione in India, infatti, segue i recenti colloqui tra la Meloni e il premier giapponese Kishida. L’obiettivo è comune: intensificare rapporti politico-commerciali con due grandi nazioni accomunate dal timore dell’accrescersi dell’egemonia cinese nella regione. Non è un caso che il primo obiettivo annunciato dal governo di Nuova Delhi riguardi l’ammodernamento dell’armamentario militare con investimenti aggiuntivi per 211 miliardi nei prossimi anni. L’Italia è pronta a fare la sua parte. Sia attraverso la vendita di mezzi sia stabilizzando la presenza di Fincantieri e Leonardo nel Paese attraverso la nascita in loco di insediamenti produttivi. L’obiettivo geopolitico lo si coglie considerando che tale sostegno è finalizzato a rendere l’India – futura terza economia del pianeta – un temibile concorrente della Cina in Africa.
Al ritorno visita ad Abu Dhabi
Senza trascurare il fatto che una più stretta collaborazione tra Roma e Nuova Delhi potrebbe portare il governo indiano a sostenere l’Ucraina nelle sedi internazionali. Al momento, infatti, l’India fa parte delle nazioni che si sono astenute nelle risoluzioni di condanna dell’invasione russa. È – quest’ultimo – un obiettivo che la Meloni condivide con Washington. L’Italia, dunque, torna protagonista sul proscenio internazionale dopo anni di basso profilo, spesso intercalati da autentici disastri diplomatici. Come quello registrato da Luigi Di Maio negli Emirati Arabi Uniti. Erano i tempi del Conte-bis e la maggioranza Pd-M5S approvò una risoluzione che vietava l’esportazione di armi negli Emirati quando questi si erano già ritirati dalla guerra nello Yemen. Per tutta risposta, la base italiana fu sfrattata dall’aeroporto di Al-Minhad. È il motivo per cui, dopo l’India, Giorgia Meloni volerà ad Abu Dhabi.
Nella foto Ansa: il primo ministro indiano Narendra Modi