Il comandante ceceno Martynov ricercato da Kiev guida gli aiuti russi in Turchia

9 Feb 2023 14:19 - di Roberto Frulli

È ufficialmente ricercato dall’Ucraina per presunti crimini di guerra ma il comandante ceceno Daniil Martynov, 40 anni, vicino a Ramzan Kadyrov, insieme al quale è apparso in diversi video postati sul canale Telegram del leader ceceno, in questo momento si trova, ha scoperto la Cnn, in Turchia dove sta guidando le operazioni di soccorso russe nel sud del Paese, colpito nei giorni scorsi da un devastante terremoto.

Negli ultimi giorni Martynov ha rilasciato diverse interviste ai media russi dalla zona terremotata della Turchia in qualità di consigliere del ministero russo per le Situazioni di emergenza.

Lo scorso agosto, il Servizi segreti ucraini, la Sbu, aveva denunciato come Martynov avesse commesso una serie di crimini di guerra nella città di Borodianka, a nord di Kiev, definendolo come il vice capo delle truppe della Guardia nazionale in Cecenia.

Secondo la Sbu, Martynov avrebbe gestito l’occupazione dell’ospedale psichiatrico di Borodianka . E, sempre secondo i Servizi segreti ucraini, su suo ordine “quasi 500 persone sono state prese in ostaggio“.

Martynov è stato sanzionato nel 2020 dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti per “gravi violazioni dei diritti umani in Russia“.

Sul Portale governativo ucraino sanctions.nazk.gov.ua , Kiev, che ha realizzato una serie di schede su tutte le sanzioni ottenute dagli Stati Uniti e dall’Europa e su tutte le persone sanzionate, compreso il comandante ceceno, spiega così il motivo per cui chiede ai visitatori web di proporre le sanzioni contro Martynov: “Capo dell’organo territoriale della struttura del servizio federale delle truppe della guardia nazionale della Federazione russa, partecipando alla formazione, al sostegno, all’attuazione della politica del governo della Federazione russa, minando i processi e le istituzioni democratiche in Ucraina, minacciando la pace, la stabilità, la sicurezza, l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza”.

Dunque non fatti specifici. E neanche crimini di guerra come gli omicidi a sangue freddo dei prigionieri russi che si sono arresi.

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