La delegazione dem da Cospito: ecco come trattarono la Cartabia, pur di ottenere udienza presso l’anarchico
C’è rimasta solo La Verità, tra i giornali cartacei, a domandarsi come sia andata davvero la missione dei quattro parlamentari del Pd accorsi in cella dall’anarchico Alfredo Cospito. Oggi il quotidiano di Belpietro riporta il contenuto della nota di due pagine inviata ai suoi superiori dal locale coordinatore del Reparto operativo mobile della Polizia penitenziaria Valentino Bolognesi e inoltrata dal comandante del Gruppo operativo mobile, il generale Mauro D’Amico, da una settimana in pensione, al capo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Giovanni Russo.
Il rapporto della polizia penitenziaria sulla visita dei dem a Cospito
Il documento conferma che Cospito disse ai parlamentari del Pd, lo scorso 12 gennaio, che non avrebbe parlato con loro “se prima non parlate con gli altri detenuti, solo dopo avrò qualcosa da dire”. Ordine disciplinatamente eseguito dai parlamentari. “A tale frase, la delegazione si affacciava alla camera di pernottamento numero 23 ove è allocato il detenuto 41 bis Francesco Di Maio (boss della camorra, ndr) che salutava la delegazione e riconosceva l’onorevole Orlando quale ex ministro della Giustizia, esclamando “ora siamo inguaiati”». Per l’estensore della nota «probabilmente intendendo dire che prima (periodo in cui l’onorevole Orlando era ministro della Giustizia) si stavo meglio, mentre ora si sta peggio”. Quindi parlano con PIno Cammarata e con Pietro Rampulla che “non avrebbe dato corda al quartetto”.
Il 41 bis? “Cartabia non è dei nostri”
Dopo tornano da Cospito che si lamenta osservando che “non è molto predisposto a parlare in quanto ritiene che il suo decreto 41 bis sia stato firmato da un appartenente allo (loro, ndr) stesso partito politico”. Si tratta dell’ex ministro della Giustizia Marta Cartabia. Personaggio che il Pd stimava al punto da ritenerla idonea per una candidatura al Colle. Tuttavia dinanzi a Cospito la “rinnegano”. Infatti la delegazione avrebbe spiegato che «la ministra della Giustizia che ha firmato il decreto è la giurista ex presidente della Corte costituzionale e che non appartiene ad alcun partito politico in quanto al governo come “tecnico”». A questo punto «il detenuto prende atto e ammette di aver “toppato” e quindi inizia a parlare con la delegazione».
Il tweet che imbarazza Orlando: urgente revocare il 41 bis
Dopo, l’ex ministro Orlando twitta che «è urgente trasferire Cospito e revocare il 41bis. Non si possono usare gli atti intimidatori come un alibi. Legare il 41 bis a una sorta di ritorsione significa fare il gioco di chi nega alla radice l’esistenza dello Stato di diritto e per questo giustifica l’uso della violenza». Oggi, per non chiarire i contorni fumosi di quella visita, che fu oggettivamente un segnale politico di vicinanza alla lotta dell’anarchico, quelli del Pd continuano a evadere la questione rifugiandosi dietro la richiesta di dimissioni di Donzelli e Delmastro.
La Verità ieri aveva dedicato a quella visita un’altra puntata. Rivelando che si trattava di una seconda tappa del pellegrinaggio dem al capezzale di Cospito. Il primo era stato il dem Silvio Lai, al quale l’anarchico aveva detto che la sua lotta era appoggiata anche dai detenuti jihadisti.