La minaccia degli anarchici alla Sapienza (poi occupata): se Cospito morirà in carcere, la lotta sarà ancora più dura
La minaccia esplicita allo Stato arriva dagli anarchici riuniti in assemblea permanente di solidarietà con Alfredo Cospito nel corso della riunione pubblica alla Sapienza, a cui partecipano collettivi, Cambiare Rotta, Osa e anarchici.
Infervorati dall’incosciente supporto politico arrivato dal Pd, convinti, evidentemente, di poter ricattare lo Stato sfruttando la grancassa mediatica e la visibilità politica offerta da partiti e media vicini al Centrosinistra, l’area grigia della galassia paraeversiva si compatta e invia messaggi inquietanti: “Gli anarchici non fanno trattative con lo Stato. Alfredo non fa trattative con lo Stato. Alfredo parla con i mafiosi? Certo, essendo rinchiuso al 41 bis è chiaro che parli con i mafiosi, se fosse in un convento parlerebbe con i frati. Alfredo ha rotto le dinamiche del 41 bis e continua a parlare con i detenuti delle altre celle nonostante non possa farlo, è la sua forma di protesta“.
“L’udienza è stata anticipata al 24 febbraio ma lui potrebbe non arrivare vivo a quella data – ha aggiunto uno dei componenti dell’Assemblea permanente di solidarietà con Cospito – Se Alfredo morirà la lotta continuerà e sarà ancora più determinata“.
“È stato detto che lo Stato non si arrende alla violenza ma è solo grazie alla mobilitazione che siamo riusciti ad avere qualche cosa, altrimenti Alfredo sarebbe morto nel carcere di Bancali – ha concluso – La lotta di Alfredo ha svelato quanto accade nelle carceri“.
E poco dopo, con uno striscione esposto sulla facciata della facoltà di Lettere della Sapienza gli studenti hanno occupato l’Ateneo, in solidarietà con Cospito, e contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo.