“La Stampa si è sparata sui piedi” sul caso Fazzolari: il Foglio smaschera il quotidiano di Giannini
“Il glorioso quotidiano che ha svelato il fascistissimo piano per trasformare le nostre pacifiche scuole in incubatori della brigata Azov si è sparato sui piedi”. Si tratta della Stampa di Massimo Giannini che finisce nel mirino di Maurizio Crippa sul Foglio oggi in edicola. È “il metodo Stampa”, bellezza: inventare di sana pianta notizie per attaccare il governo Meloni e i suoi rappresentati. È emblematico il caso Fazzolari, il sottosegretario bersagliato per un fantomatico piani di trasformare le scuole in una sorta di poligono di tiro. Non tenendo conto (ma come si fa?…) delle reiterate smentite del sottosegretario, La Stampa, appunto, finisce per spararsi sui piedi, è il caso di dire, come scrive con molta ironia l’editorialista del quotidiano di Cerasa.
La Stampa è andata alla guerra contro Fazzolari ma…
Ironia a parte, i fatti sono questi: “Il primo giorno il titolo di prima pagina era: ‘Fazzolari: insegniamo a sparare nelle scuole‘”. Il secondo giorno, a schivare la lettera del sottosegretario alla presidenza del consiglio di smentita, è sceso in campo il direttore in persona: “Con temerario sprezzo del pericolo il sottosegretario ‘spara’ letteralmente la palla in tribuna per smentire ciò che non è smontabile”, ha scritto Giannini. Che ha aggiunto una difesa ad oltranza del suo redattore: “L’articolo del nostro Ilario Lombardo, che confermiamo parola per parola, è inattaccabile e di fonte sicura al cento per cento”. Questa certezza che il direttore della Stampa definisce “inattaccabile” è “al momento l’udito del giornalista medesimo – scrive Crippa- a cui si oppongono le smentite di Fazzolari e del generale Federici. Non proprio una pistola fumante. Nella stessa pagina Lombardo ribadiva la sua versione. Ma, come si potrebbe sapere nei giornali, una notizia data due volte equivale a una smentita”.
La Stampa “scopre” che il piano Fazzolari è già sperimentato dal 2018
Si arriva così al terzo giorno. Quando a ristabilire i fatti sono stati il presidente della Federazione internazionale sport di tiro, Luciano Rossi; il delegato Fitav pugliese Cosimo Moretto e il presidente di Assoarmieri , Antonio Bana. E allora La Stampa batte una “ritirata strategica”: Il titolo è ‘Armi in orario di scuola, progetto sperimentale in otto regioni dal 2018“. E il giorno precedente dava notizia di un progetto Fioroni avanzato nel 2008, poi cassato. Ma la notizia delle notizie è arrivata ieri: “Il presunto progetto sanguinario di Fazzolari è in realtà una tranquilla sperimentazione già in atto nelle scuole dal 2018: con la benedizione di Giuseppe Conte che oggi è impegnato nella imitazione di Gandhi”. Insomma, “le scuole di ben otto regioni infatti aderiscono al progetto Care avviato dalla Federazione italiana tiro a volo e finanziato dall’Agenzia sport e salute in cui azionista unico è il ministero dell’Economia”.
Allora il quotidiano la butta in caciara, puntando Salvini
“I mastini da guardia del disarmo democratico” non si sono accorti che il progetto Fazzolari è stato attuato dal governo Conte 1. Allora che ti combina la Stampa ?, se la ride il Foglio: la butta contro Salvini, specificando che il ministro leghista era “l’unico che continuava a precisare la sua contrarietà” alla proposta. Il quotidiano di Torino vorrebbe percularlo: “Forse sarà interessato a sapere che ci sono già centinaia di studenti che sperimentano l’uso dell’arma durante l’orario scolastico”. Il ridicolo è arrivato: Salvini dovrebbe “essere interessato a sapere che…”? Qui chi dovrebbe “essere interessato” non solo a sapere ma a saperlo prima dovrebbe essere “la pattuglia acrobatica della Stampa”, è il sigillo di Crippa. Morale della favola: “Resta l’essenza della cosa in sé: la non congruenza e la ridotta dimensione dell’affaire Fazzolari in sé”. Spararsi sui piedi, appunto