Lazio, Rocca: «Subito al lavoro per dare risposte attese da dieci anni. Tornerà la fiducia»
«Mi metterò subito al lavoro per dare quelle risposte che sono attese da dieci anni, questo è l’impegno solenne che prendo con tutti i cittadini e le cittadine, anche coloro che sfiduciati non verranno a votare. Dopo cinque anni di buon governo l’astensione diminuirà, tornerà fiducia tra la gente. Agli impegni seguiranno i fatti concreti in una Regione che è stata da troppo tempo abbandonata a se stessa. C’è davvero da lavorare su più fronti». Così Francesco Rocca, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Lazio intervenendo in video collegamento all’iniziativa che chiude la campagna elettorale della Lega.
Rocca: «Abbiamo messo al centro il tema del fare»
Rocca ha ringraziato Matteo Salvini (presente all’evento) per l’impegno e ha sottolineato: «Noi prenderemo di petto le liste di attesa, le assunzioni e le infrastrutture. Quando in questi giorni ho avuto opportunità di condividere il tempo con Matteo Salvini abbiamo messo al centro il tema del fare. Io vengo da un’esperienza dell’organizzazione che ho presieduto sia a livello nazionale, che internazionale, per cui so che alle persone non puoi dire domani, bisogna dare una risposta subito. I miei colleghi stanno lavorando ora in Turchia e Siria per questa terribile tragedia che ha coinvolto i due paesi».
La denuncia
In mattinata con una nota Rocca aveva denunciato che le «aziende agricole pubbliche più importanti del Paese, Castel di Guido e la Tenuta del Cavaliere, gestite dal Comune di Roma fin dal 1978 e di proprietà della Regione Lazio, sono al centro di una ennesima delibera last minute della giunta regionale, datata 7 febbraio. Riserve naturalistiche importanti, allevamenti non intensivi e produzioni di grande rilevanza verranno sostanzialmente svendute dalla Regione, attraverso un canone concessorio della durata di 6 anni (rinnovabili fino a 16!) pari a € 22.905.00.Un palese regalo al sindaco Roberto Gualtieri». Il candidato del centrodestra aveva spiegato: «parliamo di riserve al cui interno sono incastonate gemme naturalistiche storiche ed ambientali tali da rendere l’entità del canone previsto dalla delibera di Giunta inferiore di almeno dieci volte rispetto al loro valore effettivo. Il tutto a pochi giorni dalle elezioni, una evidente sgrammaticatura istituzionale di una giunta a fine corsa e in carica solo per l’ordinaria amministrazione. Fra l’altro, in questi dieci anni di governo Zingaretti-D’Amato, il potenziale occupazionale ed economico delle due aziende è stato irrimediabilmente compromesso: infatti, negli anni ‘80 i lavoratori di Castel di Guido erano 120, contro i 10 odierni. In un momento così complesso per le casse regionali, segnaleremo il caso alla Corte dei Conti a tutela della stabilità finanziaria della Regione Lazio».