Le stucchevoli lodi di Concita De Gregorio alle prof democratiche che “vigilano” sull’antifascismo

24 Feb 2023 17:04 - di Vittoria Belmonte
Concita De Gregorio

Toni mielosi, petalosi e con lacrimuccia a bagnare il ciglio riflessivo quelli odierni di Concita De Gregorio per elogiare le professoresse democratiche. Che Dio ce le conservi, scrive. Quanto sono brave, quanto ci mancavano… Ma chi sono poi, queste prof indispensabili, come la preside della lettera sul fascismo nato “dai pestaggi per strada”? Sono quelle che votano Pd, logico. Quelle che regalavano libri a Concita bambina con dediche simili allo slogan di Chiara Ferragni: “Pensati libera”. Capito che vette di saggezza? Quelle che hanno studiato (mica come i rozzi che votano Giorgia Meloni). Quelle che tengono testa a Valditara , definito “fascista” da Piero Sansonetti, il quale fino a ieri difendeva il diritto di non festeggiare il 25 aprile mentre adesso si è rimesso il fazzoletto rosso al collo. Vabbé, misteri del trasformismo italico.

Convertendosi alla tesi del fascismo ritornante tra camicie nere che presidiano i licei e fiumi di olio di ricino somministrati da squadristi immaginari. Di qui l’elogio della coraggiosa preside che sfidando l’indifferenza, il silenzio complice e compiacente verso le violenze “fasciste”, ha detto ai ragazzi: “Vi riguarda, non voltatevi dall’altra parte”. Capito che roba? Ora, sul concetto di indifferenza vorremmo tornarci un attimo.

Il fattaccio del liceo Michelangiolo è avvenuto il 18 febbraio. Sono sei giorni e se ne parla ancora. Se ne parla nei talk show, se ne parla in radio e sui social. C’è stato un corteo (con duemila persone, un po’ pochine per un allarme così grave non vi pare? Torna la dittatura e in piazza vanno solo duemila persone?) e poi assemblee e appunto accorati appelli delle prof democratiche. In tutto questo nessuno che si sia filata la preside del liceo Michelangiolo che ha detto: “Scusate, possiamo tornare a studiare?”.  E questa sarebbe indifferenza? Ma siamo seri: neanche in Cina se davano uno schiaffo a Xi Jinping se ne parlava così tanto..

Concita ci presenta da par suo l’evoluzione antifascista della maestrina dalla penna rossa. Che brave, queste prof che invitano gli studenti a scontrarsi, a non essere indifferenti, a vedere come “male assoluto” coetanei che non la pensano come loro. Proprio quello che ci voleva, e soprattutto: quanta umanità.  Uno se le immagina con quell’aria saccente, che nasconde sempre un manicheismo isterico, l’aria di chi pensa: “La scuola è roba nostra, come si permettono questi di destra di vincere le elezioni?”. Le immaginiamo un po’ acide per la decadenza delle magnifiche sorti e progressive. Ma sempre pronte a resistere, per carità. Guai a chi si azzarda a dir loro che la scuola non ha la funzione di megafono della loro propaganda. Presidiano la roccaforte che hanno quasi distrutto, che cade in pezzi, che sforna studenti sempre meno preparati ma il problema, il vero problema sono i volantini di Azione studentesca. Che poi chissà cosa c’era scritto, su quei volantini. Qualcuno se lo è chiesto? Per carità, siamo tutti occupati, adesso, a mandare a memoria la letterina della preside antifascista. Il verbo che per fortuna ci si è rivelato. La preghiera laica da recitare tutte le sere. E’ il fascismo degli antifascisti di longanesiana memoria. Il distillato risentito degli odi del dopoguerra mescolato alla storia mal studiata. Qualcosa che fa rabbrividire,  altro che le lodi di Concita…

La quale è a sua volta una che veglia. Attenzione – ci dice – il potere vi seduce, vi indirizza, vi tarpa le ali della libertà e vi vuole ignoranti. Ecco la sua prosa: “Dice il ministro Valditara che «in Italia non c’è alcuna deriva violenta e autoritaria, non c’è alcun pericolo fascista». Che bella notizia. Gli unici pericoli che corriamo sono dunque quelli di un attacco degli anarchici, come avrete notato dall’allarme della premier sul caso Cospito, dei rave e degli attivisti che per segnalare l’emergenza climatica, altrimenti inevasa, gettano vernice sulle statue e sui quadri così che poi in tribunale, a processo, possano esistere e parlare. Siamo a posto, quindi. Pazienza per gli assalti con le spranghe ai sindacati, per i pestaggi sistematici in carcere, per i Cucchi che muoiono sotto la custodia dello Stato, per le spedizioni punitive davanti alle scuole in pieno giorno. Che vuoi che sia. Non è peggio un cantante che prende a calci dei fiori di sei tizi a volto scoperto che prendono a calci un ragazzino a terra? Non è peggio un bacio fra uomini in tv? Forza, fate i vostri meme. Mettete like. Parliamo di Fedez, che è meglio”.

Attenzione che Concita ha messo insieme gli eroi della Nuova Resistenza: c’è la preside della lettera, ovviamente. E poi gli anarchici. E gli ecovandali. E Blanco che prende a calci i fiori e Fedez che si sbaciucchia con Rosa Chemical. E poi lei stessa dice che la sinistra la deprime... Chi è causa del suo mal, pianga se stesso.

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