Meloni a Kiev, per i siti stranieri è una visita storica. Ma i giornaloni italiani si aggrappano alla tosse
Una visita storica che resterà negli annali, quella di Giorgia Meloni a Kiev. Dal forte impatto simbolico ma anche politico-strategico. I gesti e le parole del premier davanti alla stampa estera, insieme con il presidente Zelensky, sgombrano qualsiasi dubbio sulla postura atlantica dell’Italia.
Meloni a Kiev, l’interesse dei siti stranieri
Per i siti stranieri è una missione da monitorare con grande interesse ma per i giornaloni italiani, a corto di argomenti contro la politica estera del governo, si tratta di una scampagnata o poco più. Da fotografare con un profluvio di particolari frivoli, la tosse del premier in treno, per oscurarne il dato politico.
The Guardian: una missione strategica
I siti internazionale, invece, puntano i riflettori sull’impegno italiano a favore della causa ucraina e l’invio di aiuti militari. La Bbc titola sulle parole della premier, secondo cui “non è sul tavolo l’invio di caccia” a Kiev. The Guardian parla della missione come di “una delle più importanti” da quando è arrivata alla guida del governo a ottobre.
Le Figaro: Meloni nel solco di Draghi
“Meloni nel solco di Mario Draghi”, scrive Le Figaro, ricordando la visita in Ucraina nel giugno scorso dell’allora premier italiano insieme a Macron e Scholz. El Mundo sottolinea la ragione del viaggio a Kiev per esprimere il sostegno al presidente Zelensky. L’agenzia di stampa tedesca Dpa scrive che Meloni ha promesso a Zelensky maggiore sostegno militare, finanziario e civile nella sua battaglia contro la Rssia.
Il Fatto quotidiano parla della tosse del premier
In Italia tutto cambia, la grande stampa ‘indipendente’ preferisce soffermarsi sul gossip. Spicca il Fatto quotidiano, che si strastulla gongolante su un “appassionante” pezzo di Repubblica sul viaggio in treno del premier. Il titolo è già un programma “La lunga notte di Meloni verso Kiev. L’attesa vana di Biden, l’ultima sigaretta prima di partire”. E ancora: “Giorgia Meloni si stringe nel cappotto. Fuma”. Della storica visita del presidente del Consiglio in Ucraina il quotidiano di Travaglio cattura solo il fumo.
La Stampa di Giannini non nomina Meloni nei titoli
Il Corriere della Sera si concentra morbosamente sullo scontro tra Berlusconi e Meloni per le parole di Zelensky all’indirizzo del Cavaliere. L’ex premier sarebbe irritatissimo con Giorgia per non averlo difeso abbastanza. Parole e parole sullo strappo tra i due, sui problemi interni al centrodestra, sulle difficoltà del premier. L’inviata del Corriere indugia sul caso internazionale aperto dalle critiche di Berlusconi. È ormai chiuso o a Kiev c’è ancora il timore che il governo italiano possa cambiare linea, spinto dalle pressioni dell’ex premier?
Repubblica indugia sullo strappo Meloni-Berlusconi
La Stampa diretta da Massimo Giannini firma un capolavoro di faziosità. Due pagine dedicate alla visita di Meloni senza mai citarla nei titoli. L’articolo portante titola “Zelensky, lo schiaffo a Berlusconi”, l’altro descrive lo choc nella maggioranza (italiana). Repubblica non è da meno. Il giornale fondato da Scalfari spende fiumi di inchiostro sulle parole di Zelensky su Berlusconi che avrebbero ‘pietrificato’ il premier Meloni. “Crolla il muro di contenimento di Palazzo Chigi, che prova fino all’ultimo a ridurre il rischio e pure le domande. Ne arrivano addirittura due sul Cavaliere. Ricordando al mondo che lei, Giorgia Meloni, è amica dell’Ucraina ma governa con un amico intimo di Putin”. E poco importa se Biden non vede l’ora di incontrare il capo del governo italiano alla Casa Bianca. È un dettaglio.