Meloni al “Corriere”: «Anarchici, clima bollente: dietro Cospito c’è la mafia, serve responsabilità »
Serve responsabilità. Il clima si sta surriscaldando, anarchici e antagonisti agiscono con violenza e minacce. Giorgia Meloni scrive al “Corriere della Sera” una lunga missiva in cui invita tutti ad abbassare i toni. Respinge la tesi di essersi sottratta al confronto in conferenza stampa sul caso Cospito. «Ero in Germania, c’erano altri interessi prioritari da discutere», fa notare il premier. Nessuna ambiguità sul caso Donzelli-Delmastro. «Dimissioni? Non se ne parla», dice, e invita il Pd a riflettere sulle sue “aperture” a Cospito sul 41-bis che potrebbero trasformarsi in un assist alla mafia.
Meloni scrive al Corriere della Sera
«Da diversi giorni vengo accusata, da esponenti delle opposizioni e dei media, di reticenza in relazione all’acceso dibattito su Alfredo Cospito svoltosi alla Camera, che ha visto coinvolti tra gli altri l’onorevole Donzelli e il sottosegretario Delmastro», scrive. «Della vicenda mi è stato chiesto ieri, quando durante una conferenza stampa con il Cancelliere Scholz a Berlino, e di fronte ai media internazionali, giornalisti italiani mi hanno interrogato su questo, evidentemente meno interessati alla trattativa che stavo conducendo nell’interesse italiano in vista del prossimo Consiglio Europeo straordinario».
«I toni si sono alzati troppo»
E poi spiega le ragioni per cui non era entrata finora nelle polemiche. «Ho preso l’impegno di rispondere e lo faccio ora, segnalando che la ragione per la quale non sono intervenuta finora è che ho tentato di non alimentare una polemica che considero, per tutti, controproducente. Le spiego perché. A monte: sicuramente i toni si sono alzati troppo, e invito tutti, a partire dagli esponenti di Fratelli d’Italia, a riportarli al livello di un confronto franco ma rispettoso».
Il premier dopo aver invitato tutti ad abbassare i toni poi puntualizza: «Tuttavia, non ritengo vi siano in alcun modo i presupposti per le dimissioni che qualcuno ha richiesto. Peraltro, le notizie contenute nella documentazione oggetto del contendere, che il Ministero della Giustizia ha chiarito non essere oggetto di segreto, sono state addirittura anticipate da taluni media. Ci sono in questo polverone, a mio avviso, aspetti chiaramente strumentali. Trovo singolare – continua – che ci si scandalizzi perché in Parlamento si è discusso di documenti non coperti da segreto, mentre da anni conversazioni private – queste sì da non divulgare – divengono spesso di pubblico dominio».
«Singolare l’indignazione del Pd»
Poi l’affondo al Partito democratico che ha alzato gli scudi e ha minacciato denunce: «Trovo singolare l’indignazione del Pd per un’accusa sicuramente eccessiva, quando però la sinistra in passato ha mosso alla sottoscritta, leader dell’opposizione, le accuse di “essere la mandante morale delle morti in mare” o di guidare un “partito eversivo, per citarne alcune. Senza dimenticare quando esponenti istituzionali gridavano tra gli applausi che avremmo dovuto “sputare sangue”».
Sul 41 bis e sul caso Cospito
Ma ciò che pesa di più è la richiesta di revoca del 41 bis per Cospito. «Trovo paradossale – scrive ancora il premier nella lettera – che non si possa chiedere conto ai partiti della sinistra delle loro scelte, quando all’origine delle polemiche di questi giorni si colloca oggettivamente la visita a Cospito di una qualificata rappresentanza del Partito democratico, in un momento in cui il detenuto intensificava gli sforzi di comunicazione con l’esterno, come emerge dalle note dell’autorità giudiziaria che si è pronunciata sul caso, rese note dai mezzi di informazione. E quello che colpisce me – sottolinea ancora Giorgia Meloni – ancora più di quella visita, è che dopo aver preso atto – da quello che riporta la stampa sulla vicenda – dei rapporti tra Alfredo Cospito e i boss mafiosi in regime di carcere duro, e ben sapendo quanto alla mafia convenga mettere in discussione il 41 bis, autorevolissimi esponenti del Pd abbiano continuato a chiedere la revoca dell’istituto per Cospito, fingendo di non comprendere le implicazioni che tale scelta avrebbe avuto soprattutto in termini di lotta alla criminalità organizzata».
«Il clima si sta pericolosamente e velocemente surriscaldando»
Il presidente del Consiglio poi si sofferma sulla crescente tensione che si è sviluppata in questi giorni. «Detto ciò – scrive – io credo che il punto sia un altro. Mentre maggioranza e opposizione si accapigliano sul caso, attorno a noi il clima si sta pericolosamente e velocemente surriscaldando. E non risparmia nessuno, come dimostrano i manifesti comparsi ieri all’università La Sapienza di Roma, che definiscono “assassini” il Presidente della Repubblica e i membri di diversi governi, senza distinzione di colore politico.
Mentre si continua a pensare che questa questione possa essere utilizzata per attaccare il governo o l’opposizione, ieri è stato necessario assegnare la scorta all’on. Donzelli e ai Sottosegretari Delmastro e Ostellari, e ovunque compaiono minacce alle istituzioni italiane, qui in patria e all’estero».
La difesa della legalità
Per Giorgia Meloni «è chiaro che non ci troviamo davanti a una delle tante polemiche che agitano il mondo politico, ma a una situazione dai contorni decisamente inquietanti che rischia di avere conseguenze gravi. A uno scenario che richiede prudenza e cautela ma che deve vedere compatto lo Stato, in tutte le sue articolazioni e componenti, a difesa della legalità».
«È un appello – conclude – che rivolgo a tutti, politici, giornalisti, opinionisti. Perché non ci si debba domani guardare indietro e scoprire che, non comprendendo la gravità di quello che stava accadendo, abbiamo finito per essere tutti responsabili di un’escalation che può portarci ovunque».