Meloni: «Con la Polonia stessa idea di Europa: vogliamo un gigante politico, non burocratico» (video)
Un legame «forte» e che «è destinato a crescere». È quello che unisce Italia e Polonia e che è stato alla base dei colloqui, a Varsavia, tra il premier Giorgia Meloni e il suo omologo polacco Mateusz Morawieck. I due leader hanno parlato di Ucraina, ma anche più in generale di Europa, dei rapporti tra Bruxelles e Stati membri, di dossier come quello dell’immigrazione, della difesa delle identità, dell’equilibrio del mercato interno. «Con Mateusz Morawiecki c’è anche un’amicizia personale, un’idea molto simile e compatibile su quello che debba essere l’Europa, vogliamo un gigante politico e non burocratico. Lavoriamo per un’Europa della sussidiarietà. E abbiamo posizioni molto compatibili sui temi della competitività e della immigrazione», ha detto Meloni nel corso della conferenza stampa congiunta con Morawiecki, nella quale ha anche reso omaggio al legame rappresentato dalla figura di Giovanni Paolo II.
Meloni: «Con la Polonia un’idea molto simile di Europa»
Ricordando che il suo governo si è insediato nel giorno la Chiesa lo festeggia, Meloni ha indicato nel papa polacco, «un gigante della storia», un altro elemento di unione tra i due Paesi. Lo stesso Morawiecki ha fatto riferimento ai «valori democratici e cristiani» che Italia e Polonia condividono, insieme alla «visione di un’Europa delle patrie, di Paesi forti e non di visioni utopistiche, federaliste e centralistiche, con il potere centralizzato a Bruxelles». «Noi non vediamo così l’Europa», ha aggiunto il premier polacco, sottolineando che Roma e Varsavia «condividono una responsabilità comune sull’Europa». «Credeteci – ha continuato il capo del governo di Varsavia – noi vogliamo un’Europa forte, che sia un attore globale, ma lo sarà se prenderà in considerazione gli interessi di tutti i Paesi membri. Il nostro incontro di oggi – ha chiarito – è un segnale di questa comunanza tra Italia e Polonia».
«Sosteniamo l’Ucraina a 360 gradi, sa che può contare su di noi»
«La Polonia è il confine morale e materiale dell’Occidente ed è una nazione a cui noi europei dobbiamo dire grazie per quanto sta facendo per l’Ucraina», ha quindi chiarito Meloni, sottolineando che per l’Ucraina e la Polonia, «ci siamo stati e ci saremo». «L’Italia ha sostenuto sin dall’inizio l’Ucraina, ci siamo stati con il sostegno finanziario, militare, umanitario a 360 gradi. L’Ucraina sa che può contare su di noi e la Polonia sa che può contare su di noi», ha aggiunto il presidente del Consiglio italiano, che domani sarà a Kiev. È stato poi il collega polacco a spiegare che nel corso del colloquio si è parlato anche di «future forniture di armi» e ad avvertire che anche i migranti sono usati come strumento della «guerra ibrida» contro l’Europa. «Noi sappiamo che nel mondo attuale vengono usati diversi strumenti per fare la guerra», ha detto Morawiecki, ricordando la pressione migratoria esercitata sul suo Paese dalla Bielorussia e sottolineando che «anche nel sud Europa, in Italia, arrivano tantissimi migranti». «Oggi – ha chiarito – abbiamo parlato di come in modo strategico, lungimirante, possiamo risolvere il problema come Ue».
Roma e Varsavia unite anche sul tema dei migranti
«È inutile discutere di movimenti secondari – ha quindi avvertito Meloni – se non discutiamo, a monte, di quelli primari. Non possiamo consentire – ha aggiunto – che l’ingresso in Europa sia deciso da bande di trafficanti e non possiamo confondere migrazioni e profughi. Cerchiamo risposte e un ‘Europa seria deve affrontare temi con pragmatismo». Dunque, visioni molto vicine, che si ritrovano anche su altri temi. Meloni ha citato l’esempio della competitività interna.
Il nodo del mercato interno all’Ue e la difesa delle identità
«Ci rendiamo conto – ha detto – di come l’Europa abbia bisogno di misure molto concrete per aiutare le proprie aziende, che non possono favorire qualcuno a discapito di qualcun altro. Se alcuni chiedono un allentamento delle norme sugli aiuti di Stato, è bene che questo non produca una distorsione del mercato interno». «Abbiamo chiesto e ottenuto nelle conclusioni del Consiglio europeo che si discuta della flessibilità dei fondi esistenti e che si tenga conto delle scelte che si stanno facendo anche nelle nuove norme sul patto di stabilità e crescita», ha quindi ricordato il premier italiano, tornando infine anche su un altro dossier caldo: la difesa delle produzioni locali, che poi è in ultima istanza difesa dell’identità. «Noi non siamo niente senza le nostre identità ed eccellenze e continueremo a difendere la possibilità di bere un buon bicchiere di vino e di mangiare carne che non sia sintetica», ha avvertito Meloni.