Ora ci si mette anche Calenda: Meloni semifascista. Poi fa marcia indietro: volevo dire altro
Anche Carlo Calenda ci mette del suo per infiammare i toni, e ciò dopo avere rimproverato gli esponenti di FdI cui aveva rivolto l’accusa di inasprire la polemica politica in modo “vergognoso”. Ecco però che lui stesso si lascia andare a considerazioni sguaiate e offensive nei confronti della premier Giorgia Meloni. E lo fa nel corso di una manifestazione elettorale a Milano.
Cosa ha detto Calenda a Milano
«Cara Meloni – dice Calenda – ti proponiamo questo: non toccare la Presidenza della Repubblica, che è l’unica cosa che funziona in questo Paese. Senza Presidente della Repubblica va a farsi benedire l’unità nazionale: E che io lo debba spiegare a una nazionalista semifascista è deprimente».
E dopo aver definito Meloni “semifascista” ha continuato il suo attacco: «Via i busti e un po’ di nazionalismo. I tempi della storia oggi sono diversi».
La retromarcia in un tweet: ho detto una cosa diversa
Poco dopo fa marcia indietro su twitter. “Meloni nazionalista semifascista? No. Ho detto una cosa molto diversa. Se manco nazionalisti semifascisti riconoscono il valore della cultura patria siamo messi malissimo. Era una battuta evidentemente”, twitta Calenda. Un’arrampicata sugli specchi che più di un utente social gli fa notare a commento del suo tweet.
Antoniozzi: Calenda dovrebbe leggere il Times
No. Ho detto una cosa molto diversa. Se manco nazionalisti semifascisti riconoscono il valore della cultura patria siamo messi malissimo. Era una battuta evidentemente. https://t.co/vhRFi9B5Kb
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) February 5, 2023