Orrore in Iran, bambine avvelenate a scuola dal regime per scoraggiarle agli studi. Il governo conferma
Avvelenate per settimane e settimana sui banchi di scuola per non farcele andare più. L’orrore succede in Iran (come già in Afghanistan) dove centinaia di bambine e ragazzi, da fine ottobre, sono state portate all’ospedale con sintomi di intossicazione grave. Il fatto è avvenuti Qom, sudovest di Teheran. Dove il viceministro della Salute Younes Panahi ha convocato una conferenza stampa. “Si è scoperto che alcune persone volevano chiudere le scuole, specialmente le scuole femminili”.
Iran, bambine e ragazzi avvelenate a scuola
Il viceministro ha confermato i sospetti di centinaia di famiglie. Che da novembre hanno visto i figli rientrare da scuola con nausea, mal di testa, tosse, respiro difficile. Palpitazioni, letargia. Le prime bambine arrivate in ospedale erano 18. Undici sono state ricoverate pochi giorni fa. Dopo il tam tam delle famiglie le scuole hanno chiuso per due giorni la settimana scorsa. Panahi ha parlato di “avvelenamenti intenzionali”. Non virali né trasmissibili, ha spiegato. Ancora ignote le sostanze intossicanti.
L’ammissione del viceministro: avvelenamenti intenzionali
“La più parte dei casi è curabile”, ha detto il ministro aggiungendo che non serviranno trattamenti aggressivi. I ministeri dell’intelligence e dell’istruzione stanno «collaborando per trovare la fonte dell’avvelenamento. Nella zona di Borujerd, come riporta il Corriere della Sera, verso il confine con l’Iraq, 90 studentesse nelle ultime 48 ore sono state portate in ospedale con sintomi identici. A fine ottobre una studentessa universitaria di 21 anni, Negin Abdolmaleki, è morta per un’intossicazione.
La vendetta del regime contro le manifestazioni per la libertà
Non ci sono ancora arresti, ma è chiaro che il regime e i fanatici religiosi sono nella regia. Qom, città definita santa, infatti è il centro per eccellenza degli studi sciiti in Iran. Quasi certamente gli attacchi al veleno a scuola sono un metodo atroce per scoraggiare gli studenti, soprattutto ragazze, dall’andare a scuola e all’università. Dove – secondo il regime – si forma l’opposizione. A Radio Farda un’insegnante anonima ha raccontato che delle 250mila studentesse della scuola, continuano a venire in aula in 50. “L’avvelenamento delle studentesse è la vendetta del regime terrorista contro le coraggiose donne che hanno sfidato l’obbligo dell’hijab”. Così in un tweet l’attivista iraniana esiliata Masih Alinejad.