Pd, annullate 3000 tessere (su 4500) a Caserta. Ma Picierno ci ride su: «Casi isolati»
Tremila tessere in odore di tarocco cancellate. E il loro numero potrebbe persino aumentare. Il congresso del Pd in provincia di Caserta annaspa ancora tra veleni e sospetti. Ma tant’è: ieri la commissione nazionale di garanzia ha calato la scure sulle adesioni dopo le polemiche incrociate tra i sostenitori delle varie mozioni congressuali. Nel mirino, quella che fa capo a Stefano Bonaccini, appoggiato in Campania da gran parte degli eletti e dei dirigenti. A cominciare dal governatore De Luca e dal di lui figlio Piero, vice-capogruppo dem a Montecitorio, che coordina la la strategia di Bonaccini nel Mezzogiorno. La mannaia della commissione di garanzia ha colpito soprattutto qui.
Sono della mozione Bonaccini
Non poteva che essere così dopo il clamoroso boom di iscritti registrato a Sessa Aurunca, città natale del presidente del Consiglio regionale, Gennaro Oliviero: 1050 tessere su 1200 voti in una cittadina di 21mila abitanti. Una enormità citata anche da Francesco Boccia al momento delle sue dimissioni da commissario dem della Campania. Ma Oliviero non è tipo da lasciarsi impressionare facilmente. Anzi, ha colto la palla al balzo per spostare l’attenzione sui compagni di Articolo 1, rientrati nel Pd per appoggiare la mozione di Elly Schlein, la stessa di cui proprio Boccia è il coordinatore nazionale. «In Campania – ha accusato – credo ci sono 1.700 tessere di Articolo 1, quello come si chiama, pacchetto? Pacchettino?».
Roberti: «Pd a rischio infiltrazioni camorristiche»
Come a dire: se lo fanno loro perché non potrei farlo io? Non fa una grinza. E pensare che tutta questa nube tossica si è espansa mentre Franco Roberti, oggi eurodeputato dem che in un’altra vita indossava la toga e combatteva contro i boss, ha lanciato l’allarme di «infiltrazioni camorristiche» nel tesseramento del Pd. Ma per Pina Picierno, già aspirante professionista dell’antimafia e oggi vicepresidente all’Europarlamento di Strasburgo, non c’ nulla di cui preoccuparsi. «A Caserta casi circoscritti – ha confidato a Repubblica.it -. Più rispetto per gli iscritti e i militanti». Peccato che la prima a non averne è proprio lei. Diversamente, a fronte di 3000 tessere annullate su 4500 non avrebbe parlato così. Già, altro che «casi circoscritti»: del Pd casertano sembra di salvarsi ben poco.