Campania, la denuncia di 22 sindaci Pd: «Da Boccia minacce e aggressioni per qualche voto»
Altro che le beccate che si danno Stefano Bonaccini ed Elly Schlein. Uno squarcio su quanto arroventato sia il clima che vige nel Pd alla vigilia delle primarie del 26 febbraio si apre in Campania, dove 22 sindaci e 3 consiglieri provinciali dem hanno accusato il senatore Francesco Boccia di «aggredire e minacciare persone e istituzioni». Boccia appoggia Schlein.
Le accuse di 22 sindaci e 3 consiglieri provinciali Pd a Bocca
Le gravi denunce nei confronti di Boccia sono state messe nero su bianco in una lettera inviata ai quadri nazionali del Pd, nella quale si parla, riferisce l’agenzia di stampa Adnkronos, di «un atteggiamento irriguardoso verso gli iscritti e le istituzioni casertane del senatore Francesco Boccia». Gli amministratori dem nella lettera «stigmatizzano l’atteggiamento del plurinominato parlamentare, solidarizzando con il presidente del Consiglio regionale Gennaro Oliviero», con il quale Boccia aveva avuto un duro scontro, con accuse reciproche, sul tema dei tesseramenti gonfiati. «La necessità di recuperare qualche consenso congressuale – aggiungono gli amministratori campani del Pd – sta portando l’ex commissario regionale ad offendere un’intera comunità democratica non facendosi più scrupolo di aggredire e minacciare persone ed istituzioni».
La lettera di denuncia: «Aggredisce e minaccia persone e istituzioni»
Si tratta, avvertono, di «un atteggiamento sbagliato e contrario ad ogni logica politica, che sta incidendo pesantemente sulla immagine del partito. Non si può, in nome del nuovo da venire, utilizzare il più vecchio armamentario della guerriglia verbale. Informato male, agisce peggio e questo non è più tollerabile». Secondo i 22 sindaci e 3 consiglieri provinciali, «il presidente Oliviero è l’unico rappresentante politico istituzionale di Terra di Lavoro presente quotidianamente tra la gente e nelle comunità. Con lui, domenica 26 febbraio, saremo presenti ai gazebo per dare forza e sostegno alla mozione di Stefano Bonaccini che, di queste vecchie liturgie, ha fatto un chiaro programma di cambiamento, per i territori e per la gente che, finalmente, torneranno protagonisti». Insomma, da qui al 26 febbraio la strada è ancora lunga e potrebbe succedere di tutto.