Pd, vigilia di primarie tra ansia di riscatto e terrore del flop. Bonaccini favorito su Schlein
Domani è giorno di primarie per il Pd. Dalle 8.00 alle 20.00 iscritti ed elettori troveranno gazebo in tutta Italia per eleggere il nuovo segretario dem. IL ballottaggio è tra il favorito Stefano Bonaccini e l’outsider (in realtà appoggiata dalla vecchia nomenclatura) Elly Schlein, che nei giorni scorsi hanno anche fissato l’asticella sulla partecipazione al voto democratico: la “soglia psicologica“ sarebbe di almeno un milione di persone. Ma sono diverse le previsioni nel partito. C’è infatti chi teme il flop e chi scommette che non sarà difficile superare la quota prefissata facendo un paragone con l’ultimo congresso nel 2019. In quell’occasione, infatti, votarono circa 190mila iscritti nei congressi di circolo e furono 1 milione e 600mila i partecipanti.
L’addio di Letta: «Torno alla normalità»
Intanto il segretario uscente Enrico Letta si prepara all’addio. «Da lunedì continuerò la mia vita normale, come ho sempre fatto», ha detto ieri lasciando l’ambasciata ucraina. Ai dem piace presentare l’appuntamento delle primarie come una «festa per la democrazia». E in parte lo è, almeno fino a quando non si arruolano centinaia di inconsapevoli cinesi per portarli ai seggi, come accadde a Napoli qualche anno fa. Sicuramente è un appuntamento che richiede uno sforzo organizzativo notevole, ma che può rivelarsi anche in grado di far entrare denari freschi nelle casse (spesso esauste) dei partiti.
Dem con il fiato sospeso: temono primarie senza file ai gazebo
Ma a quanto può ammontare l’incasso delle primarie? In realtà, tutto dipende dall’affluenza. Secondo regolamento, ogni votante non iscritto versa 2 euro. Se dunque ai gazebo andrà l’agognato milione di elettori, il Pd incasserà almeno 2 milioni di euro. In assenza di dati ufficiali (non esiste un bilancio delle primarie), si può fare riferimento a qualche esperienza del passato per mettere a fuoco il fenomeno. Nel 2013 – avvio dell’era Renzi – l’allora tesoriere Francesco Bonifazi parlò di un entrata di circa 4,6 milioni di euro. Un altro dato è quello dei gazebo del centrosinistra del 2012 (la sfida Bersani-Renzi). L’allora tesoriere Antonio Misiani parlò di una «stima realistica di 8 milioni» versati.