Presentato a Roma “Io sono libero”, il libro di Scopelliti. Fini: «Beppe può andare a testa alta»
Sala gremita e posti in piedi presso la rappresentanza italiana del Parlamento europeo per la presentazione del libro “Io sono libero“ (Pellegrini editore ) che Giuseppe Scopelliti, già presidente della regione Calabria ed ex-sindaco di Reggio Calabria ha dedicato alla propria vicenda politica e giudiziaria. La condanna per falso in bilancio, la lunga detenzione, la solidarietà e l’umanità dei detenuti trovate in carcere, la dedizione degli agenti di polizia penitenziaria e anche la spinta verso il riscatto del lavoro ritrovato sono al centro del volume-intervista a cura di Franco Attanasio.
Scopelliti è stato sindaco di Reggio Calabria e presidente della Regione
Ad illustrare il libro, cui ha dedicato un servizio anche il Tg2, un vero parterre de rois. Oltre all’autore, al tavolo dei relatori erano infatti presenti il fondatore di An nonché ex-presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini, che ha anche curato la prefazione del libro, il direttore del Riformista Piero Sansonetti, l’editorialista del Corriere della Sera Francesco Verderami, la presidente dell’associazione Brutium, Gemma Gesualdi, l’editore Walter Pellegrini. All’incontro, moderato da Anna La Rosa, ha partecipato anche Andrea Pierleoni, presidente dell’Associazione imprese d’Italia. In sala, fra gli altri, oltre al leader Udc Lorenzo Cesa, l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, l’ex-ministro Mario Landolfi, Silvano Moffa, Gennaro Malgieri, Domenico Nania e diversi altri volti della destra finiana nelle cui file è cresciuto lo stesso Scopelliti.
Da bersaglio della ‘ndrangheta al carcere
«Ho sperimentato come lo Stato – ha detto l’ex-presidente della Calabria – può essere quello che ti tutela, quando dopo le minacce della ‘ndrangheta io e la mia famiglia finimmo sotto scorta, ma anche quello che ti aggredisce» con l’arresto nel cuore della notte e la detenzione per anni a carico di un cittadino prima incensurato. «Quello che più amareggia – ha aggiunto – è che dopo aver vissuto come in un cimitero per persone vive, e pagato il proprio conto, lo Stato non fa nulla per reinserire la persona nel contesto sociale». In compenso, Scopelliti ha ricevuto la solidarietà di tantissimi esponenti della sua parte politica. A cominciare da Fini, che lo ha elogiato così: «Mi hanno sempre colpito il coraggio e la dignità con cui Beppe ha affrontato una prova così difficile come il carcere. In politica – ha concluso – capita di finire dalle stelle nella polvere, ma a pochi capita di essere amati e di poter girare a testa alta nella società».