Primarie del Pd, effetto-Meloni anche a sinistra: la Schlein vince a sorpresa su Bonaccini
Il Pd ha la sua prima segretaria donna. Elly Schlein da ieri è la nuova leader dem. Anche a sinistra, per la prima volta nella storia, si sfonda il tetto di cristallo. E Schelin è anche la più giovane leader nella storia dem: con i suoi 37 anni batte anche Matteo Renzi che ne aveva 38 quando guidò il Pd. Dunque giovane, femminista, ecologista, Lgbt e di sinistra: l’anti-Meloni ha prevalso nel voto delle primarie ribaltando l’esito dei congressi di circolo riservati agli iscritti. E ribaltando aspettative e sondaggi che fino a ieri davano per fatta la segreteria Bonaccini. Un’ascesa travolgente che l’ha vista prevalere su Bonaccini soprattutto nelle grandi città da Milano a Roma, da Torino a Napoli. All’80% dei voti scrutinati lo scarto sul presidente dell’Emilia Romagna è di circa 6 punti. Una vittoria meno schiacciante rispetto a primarie del passato dove c’è sempre stato un candidato nettamente più forte. Ma la portata della vittoria di Schlein in termini di novità – sia per il dato di genere che per la linea politica – va al di là delle percentuali.
Un milione e trecentomila persone ai gazebo, Schlein vince
I dati dell’affluenza ai gazebo sono stati nettamente inferiori agli anni passati, ma soddisfacenti per la classe dirigente del Pd. Nel 2019, quando venne eletto Nicola Zingaretti, andò ai gazebo oltre un milione e mezzo di persone. Nei giorni scorsi, i due candidati avevano detto di auspicare che stavolta si arrivasse al milione e il limite, in effetti, è stato superato: un milione e trecentomila. Dall’esordio delle primarie che risale all’autunno di sedici anni fa (2007), gli otto segretari del Pd (non tutti passati attraverso le primarie) si sono sempre dimessi prima della scadenza del mandato e l’affluenza è andata calando: dai 3,5 milioni del debutto a 1,6 milioni del 2019.
Il voto nei circoli aveva premiato il governatore dell’Emilia
Il voto nei circoli che si era svolti dal 3 al 19 febbraio aveva indicato chi fra i quattro candidati – oltre a Bonaccini, Schlein, Gianni Cuperlo e Paola De Micheli – dovesse andare al ballottaggio di domenica. In quella prima fase, Bonaccini aveva raccolto il 52,9% (79.787 voti), Schlein il 34,9% (52.637 voti), Gianni Cuperlo l’8% (12.008 voti) e Paola De Micheli il 4,3% (6.475 voti).
Il voto di Enrico Letta, al suo ultimo giro
Alla sezione Pd di Testaccio c’era appeso uno striscione ‘Grazie Enrico. Pd Testaccio’. Un grande lenzuolo bianco, la scritta rossa ad accogliere il segretario uscente, Enrico Letta. “Io esco di scena e lo faccio contento dopo questa giornata di festa e di democrazia”, ha detto ai cronisti rivendicando anche la correttezza del percorso scelto, confermata da una partecipazione che sembra andare oltre le aspettative. “Una grande festa della democrazia, un grande successo di partecipazione. Supereremo ampiamente il milione. Un grande segno di successo e soddisfazione è vedere che il percorso per arrivare alle primarie è stato quello giusto, nonostante tante critiche: troppo lento, troppo lungo, troppo corto. Io penso sia stato giusto. Non sarebbe stato giusto farlo subito, a botta calda, dopo le politiche. Ora invece ci sono le condizioni per ripartire”.