“Quell’aspirapolvere ci spia”: la Commissione Ue pronta ad avviare una procedura contro Amazon
L’Ue è pronta ad avviare un procedura contro Amazon per la sua proposta di acquisizione da 1,7 miliardi di dollari di iRobot, produttore dell’aspirapolvere Roomba, nell’ultimo segnale che i grandi gruppi tecnologici riceveranno un maggiore controllo sugli accordi. Lo riferisce il Financial Times specificando che i regolatori di Bruxelles hanno inviato al gigante della tecnologia da mille miliardi di dollari una serie di domande dettagliate sulla transazione proposta, secondo quanto rivelato da due persone a conoscenza diretta della decisione, in una mossa che indica come a Bruxelles si stiano preparando per un’indagine formale.
Il robot aspirapolvere apre la questione della privacy
Gli investigatori della Commissione europea, nutrono infatti preoccupazioni sulla privacy. Secondo le stesse fonti citate dal Ft, è probabile che le autorità antitrust lancino un’indagine formale sul funzionamento di Roomba, in particolare sulla capacità dell’aspirapolvere autonomo di scattare foto mentre si muove all’interno di una casa.
“I funzionari dell’UE stanno cercando di determinare quanto sia importante questo accordo per Amazon e come potrebbe usarlo per combinare i dati che già raccoglie con Alexa [la tecnologia di assistente vocale dell’azienda] per ottenere un vantaggio competitivo”, ha affermato una persona con conoscenza diretta delle preoccupazioni dell’UE.
La notizia segue un’indagine del MIT Technology Review, pubblicata a dicembre, che descrive in dettaglio come una versione di sviluppo di un robot Roomba, testata da volontari pagati, abbia catturato immagini intime. Alcune foto sono successivamente apparse sui forum web, ha riferito la pubblicazione. IRobot ha affermato che sta indagando e ha sospeso la sua relazione con un fornitore di servizi utilizzato per elaborare i dati.
Non solo Amazon: occhio all’occhio del Dragone
Gli elettrodomestici come insospettabili spie sono all’ordine del giorno anche in Italia. Il problema delle telecamere di videosorveglianza sono un altro tema di scottante attualit: la cinese Hikvision dispositivi di videosorveglianza molto diffusi nel nostro Paese. Si tratta di una società che per il 42% è controllata da un’azienda di Stato di Pechino che sviluppa software militari. Inevitabile il sospetto che quei dati possano finire anche in mani ostili agli interessi dell’Italia.
Come impressiona l’uso che si fa di immagini domestiche, reperibili addirittura in Rete. Ci sono siti specializzati, che convidono le immagini di videosorveglianza non solo di webcam pubbliche, ma anche di civili abitazioni. Una invasione della privacy che non risparmia gli assistenti vocali. Da google home ad alexa, passando per Siri homepod, la casa domotica consegna i nostri dati personali e le nostre conversazioni ai database dei colossi del web. La procedura Ue contro Amazon è quindi l’ultima in ordine di tempo, ma c’è da scommettere che non sarà l’ultima.