Reddito di cittadinanza, tutti i numeri del flop. Calderone: “Ecco come il governo sta voltando pagina”

20 Feb 2023 8:47 - di Sara De Vico

Si scrive reddito di cittadinanza si legge un fallimento colossale che pesa sulle casse dello Stato. I numeri del programma Gol, previsto dal Pnrr, con 4,4 miliardi di euro di stanziamenti, non sono incoraggianti. Il piano di Garanzia di occupabilità dei lavoratori, stando ai dati Anpal ha raggiunto al 31 gennaio scorso 827mila persone.

Reddito di cittadinanza, un fallimento annunciato

Di questi 800mila però, solo il 23,6% è un percettore del sussidio voluto caparbiamente dai 5Stelle. Ma di questi circa 200mila beneficiari soltanto uno su dieci ha intrapreso nell’ambito del Gol un percorso di reinserimento nel mondo del lavoro Tra le cause principali del flop c’è, naturalmente, l’assenza di competenze. E così appena il 12,7% ha avuto accesso ai percorsi di reinserimento previsti dal Gol. Gli altri sono stati indirizzati, ai percorsi di reskilling (54,3%) e di lavoro e inclusione (9,1%).

Il flop dei centri di impiego e dei navigator

Colpevoli anche i limiti dei centri per l’impiego e dei navigator, che in tutti questi anni non hanno saputo riqualificare i cosiddetti occupabili. La pessima gestione del reddito di cittadinanza ha creato un corto circuito nel sistema. Oggi il governo Meloni, nella legge di Bilancio, ha dato una netta stretta di vite. Gli attivabili del reddito di cittadinanza (circa 600mila) riceveranno l’assegno per altri cinque mesi, dunque fino a luglio. Dopodiché è previsto lo stop alle erogazioni.

La stretta di vite del governo Meloni

Il governo procede su due binari. Proteggere i conti pubblici (il sussidio assorbe circa 8 miliardi di euro l’anno attualmente) e favorire le dinamiche occupazionali.  “La linea di demarcazione non è così netta”, spiega il ministro del Lavoro Marina Calderone intervistata da Libero. “La manovra prevede sette mesi di sussidio da spalmare nel 2023. Quindi l’uscita dal reddito sarà progressiva nel tempo. Al posto del reddito di cittadinanza si prevedono politiche attive e di accompagnamento al lavoro più rispondenti alle esigenze del mercato. Il bollettino Excelsior stima per febbraio 178mila lavoratori di difficile reperimento. È un fenomeno che interessa anche il Sud e che è in cima alle priorità occupazionali delle nostre misure”.

Il ministro Calderone: ora via libera alle politiche attive

Se il reddito di cittadinanza sarà erogato ancora per sette mesi ai cosiddetti ‘occupabili’, per i cosiddetti ‘lavoratori fragili’  la tutela andrà oltre il 2023. “Il nuovo strumento – spiega ancora il ministro – avrà quattro elementi cardine. Una profilazione più coerente per indirizzare i soggetti alle politiche attive. Anche utilizzando nuovi strumenti digitali. Dobbiamo evitare l’esperienza del passato, quando 600mila persone hanno percepito un reddito senza passare mai per un Centro per l’impiego. Terzo elemento: rafforzeremo le politiche attive. Quelle del futuro si baseranno su formazione e incentivi all’occupazione per velocizzare l’ingresso nel mondo del lavoro. Quarto: il nuovo strumento sarà anche una misura di ‘ultima istanza’ per chi è in condizione di estrema fragilità. E dovrà essere preso in carico dai servizi sociali dei Comuni”.

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