Rita Dalla Chiesa ricorda Maurizio Costanzo: “In tv diede un segnale potente contro la mafia”
«Tra i tanti a cui Maurizio Costanzo ha dato un futuro, ci sono anch’io»: lo racconta Rita Dalla Chiesa in una toccante intervista a La Stampa.
La giornalista e parlamentare di Forza Italia racconta «l’amicizia di una vita», nata «quando mio padre fu ucciso dalla mafia. Mio fratello Nando scrisse un libro molto forte, “Delitto Imperfetto”, e diceva di cercare i mandanti nella Democrazia Cristiana. Improvvisamente tutte le porte si chiusero davanti a noi. Eravamo soli, nessuno ci ascoltava». Dalla Chiesa racconta che il giornalista morto ieri a Roma a 84 anni, «fu l’unico a invitare Nando al Costanzo Show, all’epoca al Sistina, per parlare del libro. Un gesto di una sensibilità unica».
Rita Dalla Chiesa ricorda quella puntata al Maurizio Costanzo Show
Rita Dalla Chiesa era sul palco anche la sera della staffetta antimafia con la «Samarcanda» di Michele Santoro. «Una trasmissione indimenticabile. Io ero al Parioli, seduta dietro il giudice Falcone. Ho ancora impresso il suo sguardo quando si girò mentre lo imploravo di non perdere di vista Palermo. Quello sguardo parlava, mi diceva: tranquilla, non mollo». Poi sul palco ci fu il rogo delle magliette, contro la mafia. «Un’immagine potente, rivoluzionaria. Non era solo televisione, quella sera Maurizio era lo Stato che attraverso di lui diceva alla mafia: non ci arrendiamo».
Non manca un ricordo sull’attentato a Costanzo nel 1993. «Fu una notte terribile perché capimmo che sarebbero bastati cinque secondi e lui e Maria non ci sarebbero stati più». E «come per esorcizzare, raccontava che il loro pastore tedesco, scappato per i Parioli dopo l’esplosione, non era ancora tornato». Più che terrorizzato era «sconvolto per quello che sarebbe potuto accadere a Maria. Lei non c’entra niente, diceva ossessivamente. Infatti quel giorno le promise che non avrebbero viaggiato mai più sulla stessa macchina».
L’amico Maurizio, racconta Rita Dalla Chiesa era «un punto di riferimento. Sempre. Non ce n’era uno come lui. Mi ha aiutato in moltissimi momenti della mia vita». Anche quando ha deciso di entrare in politica?, chiede l’intervistatore. «È l’unica volta che non ci sono riuscita. Era il 18 agosto, lui era ad Ansedonia e io avevo solo poche ore per accettare». Che cosa le avrebbe consigliato di fare? «Continuo a chiedermelo, da stamattina. Conoscendolo, quello che mi aveva detto in altri momenti: pensaci bene, ma prova. Non credo che sarebbe stata una risposta negativa: era troppo libero di testa per accettare paletti e pensare di metterne a qualcuno, nemmeno per amicizia».