Russia, nuove minacce nucleari. Medvedev: «Se Kiev attacca i nostri territori la risposta sarà dura»
La Russia minaccia ancora l’uso del nucleare. «La risposta di Mosca agli attacchi di Kiev in Crimea o in qualsiasi altra regione russa all’interno del Paese sarà dura e convincente». Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, come riportato dall’agenzia Tass. «La nostra risposta può essere di qualsiasi tipo», ha affermato, aggiungendo che «il presidente della Russia lo ha detto in modo abbastanza definitivo». Medvedev ha spiegato che la Russia non pone restrizioni per se stessa e, a seconda della natura delle minacce, può usare tutti i tipi di armi, in conformità alla dottrina nucleare russa.
Nuove minacce dalla Russia
Secondo la dottrina nucleare russa – ricorda la Tass – la Russia può utilizzare armi nucleari se vengono utilizzate armi nucleari o di altro tipo contro la Russia o i suoi alleati, se riceve informazioni verificate sull’avvio di missili balistici per attaccare la Russia o i suoi alleati, in caso di influenza nemica sulle strutture, vitali per l’azione nucleare di risposta, e in caso di aggressione convenzionale contro la Russia, se l’esistenza stessa dello Stato è in pericolo.
Russia. «Tutta l’Ucraina che rimane sotto il governo di Kiev brucerà»
E poi ancora. «Tutta l’Ucraina che rimane sotto il governo di Kiev brucerà» se nel Paese arriveranno altri carri armati occidentali. Ha sostenuto ancora Medvedev puntualizzando che la fornitura di armi avanzate dagli Stati Uniti all’Ucraina non farà che innescare ulteriori rappresaglie da parte di Mosca.
In un’intervista rilasciata alla giornalista russa Nadana Fridrikhson, Medvedev ha quindi risposto alla domanda se l’uso di armi a lungo raggio possa costringere Mosca a negoziare con Kiev. «Il risultato sarà esattamente l’opposto», ha replicato.
«Il completo fallimento dello stato ucraino»
Già ieri Medvedv aveva scritto su Telegram: «Il completo fallimento dello Stato ucraino e la sua fine inevitabile sono prospettive sempre più chiare» aggiungendo che l’Occidente non potrà fare altro che assistere impotente, “silenziosamente”, alla sua morte.
Scambio di prigionieri, liberati 116 militari Kiev
E intanto su Twitter il capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak ha annunciato la liberazione di 116 soldati. «Siamo riusciti a riportare a casa 116 nostri uomini. Si tratta di difensori di Mariupol, partigiani di Kherson, cecchini delle vicinanze di Bakhmut ed altri nostri eroi». Yermak ha confermato uno scambio di prigionieri che ha portato al rilascio anche di 63 soldati russi.
Lo stesso Yermak ha reso noto che sono stati restituiti a Kiev i corpi di due volontari britannici morti al fronte, Christopher Matthew Perry e Andrew Tobias Matthew, e di un ucraino che militava nella Legione straniera francese e che si era unito ai suoi connazionali, Evgen Kulyk.