Sangiuliano: «Le foibe sono state una manifestazione della violenza comunista»
«Le foibe sono state la manifestazione della violenza comunista, che ha colpito fascisti e antifascisti: un genocidio etnico contro gli italiani per cui si parla spesso solo di responsabilità “titina”, senza spiegare chi fossero i titini, ovvero comunisti leninisti e stalinisti a pieno titolo. Tutto si lega». A sottolinearlo è il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, intervenendo alla Università E-Campus di Roma alla presentazione del libro Dalle foibe all’esodo di Roberto Menia, parlamentare FdI. «Il Giorno del Ricordo – osserva – è oramai abbastanza assimilato all’identità della nostra comunità nazionale, con manifestazioni ufficiali anche con la partecipazione attiva del Presidente della Repubblica».
«La memoria su questi fatti storici va coltivata»
Però, prosegue, «c’è stato un lungo tempo in cui vi è stata una completa omissione. Come non si negano le violenze del nazi-fascismo che ha avuto pesanti responsabilità storiche che ho sempre denunciato con forza e determinazione, così non devono negarsi le violenze comuniste – sostiene Sangiuliano – Poi, occorre cambiare pagina: una cosa sono i fatti dell’epoca, una cosa le relazioni di oggi. La memoria su questi fatti storici che per lungo tempo sono stati omessi va coltivata, affinché questi orrori non abbiano più a ripetersi e la violenza possa essere espunta dalla convivenza civile dei popoli. Lo stalinismo è stato un cimitero della Storia. Poi, si può voltare pagina nelle relazioni con i nostri vicini per aprire nuove pagine di amicizia e di pace fra i popoli».
«Non ci sono morti di serie A e morti di serie B»
Il titolare del Mic afferma che «il tema delle fobie lo conosco bene ed essendo stato giornalista per trent’anni credo di essere stato fra i primi ad aver praticato questo argomento, sul Roma e su Libero e poi in Rai al Tg2, dove più volte abbiamo dedicato, con inchieste e dossier, spazi su questo tema, convinti come affermava Benedetto Croce che “la Storia è sempre un fatto umano contemporaneo” e non una mera rievocazione del passato. La memoria storica non deve essere usata strumentalmente e politicamente, ricordando che non ci sono morti di serie A e morti di serie B, ci sono violenze e basta».
Il regista Gratton: «Parlare delle foibe anche a Sanremo»
Sulle foibe interviene anche Michelangelo Gratton, regista del docufilm Io ricordo – La terra dei miei padri, in onda domani in una prima serata firmata Rai Documentari su Rai3. Il regista pone l’accento su Sanremo. «Mi farebbe piacere – dice all’Adnkronos – che delle foibe si parlasse anche a Sanremo, che se ne parlasse al Festival come altrove perché le foibe rappresentano un tema che dovrebbe essere trattato da tutti. Ma è una cosa che avverrà da sola con il tempo. È già molto importante che ci sia stato un riconoscimento istituzionale».
Il docufilm sulle foibe
Il docufilm, prodotto da Clelia Iemma e Beatrice Palladini Iemma per la D4 srl in collaborazione con Rai Documentari, che andrà in onda in occasione del Giorno del Ricordo, attraverso gli intrecci di numerose testimonianze, tra cui in particolare quella dell’Ammiraglio Romano Sauro, nipote diretto dell’eroe istriano e nazionale Nazario Sauro, ricostruisce le origini, le tradizioni e gli avvenimenti dei territori, un tempo italiani, di Istria, Fiume e Dalmazia. «È chiaro – osserva Gratton – che farebbe piacere che di questi argomenti se ne parlasse il più possibile. Probabilmente non ci sarà quest’anno l’occasione per parlarne al Festival, ma credo che, piano piano, arriveremo ad affrontare questo argomento nelle trasmissioni un po’ più nazional-popolari. Mano che si sdoganerà il tema diventerà più semplice affrontarlo evitando quelle stucchevoli contrapposizioni politiche perché si parla di storia».
Il ringraziamento alla Rai
«Intanto – conclude il regista – ringrazio la Rai perché dà a noi una vetrina importante. Credo che sia la prima volta che, in una prima serata Rai, si parli di questo tema. Tra l’altro questa sera su Rai3 ci sarà un film, Red Land che parla delle foibe e domani sera ci sarà il nostro documentario. Posso soltanto ringraziare la Rai, e soprattutto Rai Documentari, per la sensibilità che ha dimostrato nei confronti di questo argomento. Penso che già questo sia un grande passo in avanti».