Sanremo, D’Agostino: «Zelensky sabotato per colpire Vespa. In Rai lo considerano vicino a Meloni»
Non questioni di alta politica o geopolitica, ma una storia di beghe e ostilità politiche interne alla Rai. Ci sarebbe questo, secondo Roberto D’Agostino, dietro alle polemiche sulla presenza di Volodomyr Zelensky a Sanremo, che ieri si sono risolte con la cancellazione del videomessaggio al posto del quale arriverà una lettera che sarà letta da Amadeus. «Qualcuno dentro la Rai ha voluto sabotare l’evento», è la convinzione di “Dago”, secondo il quale l’obiettivo finale era «fare lo sgambetto a Bruno Vespa», che oggi è «accreditato come gran consigliori di Giorgia Meloni per le questioni Rai».
D’Agostino contro le «demenziali» polemiche su Zelensky a Sanremo: «Ma che roba è?»
Intervistato dal Giornale, D’Agostino ha definito «demenziali» le polemiche sull’intervento di Zelensky a Sanremo. Il presidente ucraino, ha ricordato il patron di dagospia, «ha parlato all’Onu, alla notte degli Oscar, a Cannes, alla mostra del cinema di Venezia senza colpo ferire; però alla tv di Stato italiana vogliono sapere cosa dirà. Demenziale». «Ma che roba è? Si è mai visto un direttore di rete che può esercitare una qualsiasi forma di controllo su un messaggio di un presidente di una nazione in guerra?», ha quindi proseguito, aggiungendo che le diatribe nostrane «sono arrivate all’orecchio dei funzionari di Kiev, e il presidente ucraino, che pure è un ex comico e conosce le regole dello show, è rimasto sbigottito. Nessuno ha mai preteso che il suo discorso fosse sottoposto a “lettura” da parte di un funzionario televisivo».
«Qualcuno in Rai ha voluto sabotare l’evento, volevano fare lo sgambetto a Vespa»
Per D’Agostino, quindi, «qualcuno dentro la Rai ha voluto sabotare l’evento», «perché l’idea di portare Zelensky sul palco dell’Ariston è di un signore che si chiama Bruno Vespa, oggi accreditato come gran consigliori di Giorgia Meloni per le questioni Rai, e qualche nemico interno gli ha voluto fare lo sgambetto». Le cose sono andate così: nella prima metà di gennaio Vespa ha intervistato Zelensky a Porta a Porta, facendosi poi mediatore con Amadeus per la partecipazione del presidente ucraino a Sanremo. Quando le cose sembravano accordate, Vespa ha dato l’annuncio da Mara Venier, a Domenica In: «Zelensky sapevo che voleva venire a Sanremo in collegamento. Dopo aver parlato con Amadeus, gli ho potuto dire: “Caro presidente, la aspettiamo nella serata finale”».
D’Agostino: «E ora Amadeus e Coletta a Sanremo, invece di Zelensky, hanno Fedez…»
Invece, «adesso – ha sottolineato D’Agostino parlando con Luigi Mascheroni, che firma l’intervista – Amadeus e Stefano Coletta, il direttore della prima serata Rai, invece di avere Zelensky si devono accontentare di Fedez… Il presidente di uno Stato in guerra, invaso e bombardato, aveva la possibilità di fare un legittimo appello in video, in prima persona, per chiedere aiuti militari ed economici, e invece se gli va bene può al massimo mandare una lettera…». «Dalla tragedia alla barzelletta», ha commentato il giornalista, che a proposito delle battute della portavoce del ministero degli Esteri russo, Marija Zacharova («Peccato per Zelensky, forse poteva vincere Sanremo»), ha detto che «siamo a un livello sotto la vergogna». «C’è una guerra, neanche a troppi chilometri da qui, ci sono bombardamenti, morti, minacce nucleari, si poteva sfruttare un messaggio di pace, e questi stanno a ballare sul palco. Sembra la repubblica Weimar: qui cantano, e là arrivano i nazisti. Pensa a Kiev – ha concluso D’Agostino – cosa possono pensare, saranno inferociti».