Sanremo e Fedez non “salvano” la sinistra, ma Giannini (pallido) sostiene che ha perso anche la destra
Il paradosso è evidente, ma lui, il direttore della Stampa Massimo Giannini, non se ne cura più di tanto: “Ha stravinto la destra, ma con questi numeri di astensionismo perdono tutti”. Dopo mesi di campagna elettorale da “Manifesto“, con tanto di finti scoop sulle armi a scuola di Fazzolari, sull’Italia isolata, sulle liti nella maggioranza, Giannini si è prodotto oggi in una comica analisi del voto a “botta calda”, dopo gli exit poll, nella quale – a dispetto di un trend politico inarrestabile da mesi – si concentra quasi esclusivamente sul fatto che gli italiani non sono andati a votare, anzi, solo uno su due, senza ricordare che nella scorsa tornata le Regionali erano abbinate alle Politiche. E senza soffermarsi sul fallimento del centrosinistra e della sua linea editoriale, tesa a criminalizzare e sfottere una parte del Paese che vota, e continua a votare, per il centrodestra. Nonostante Sanremo a trazione rossa, su cui Giannini aveva, ovviamente, manifestato grande apprezzamento…
Giannini e l’astensionismo che “fa perdere tutti”
“Scarsissima affluenza, forse perché il voto era scontato, alla luce dei candidati in campo…”, dice sul web Giannini, un po’ palliduccio. Ma allora non hanno perso tutti? “Certo, lo scarto è rilevante tra destra e sinistra ma con questi dati sull’affluenza hanno perso tutti…”. La stessa tesi, guarda caso, del Manifesto. Diversa, invece, la lettura di un altro “avversario” politico della destra, il direttore del “Domani” Stefano Feltri, che dice, a chiare lettere: “La crisi del centrosinistra è un problema per la democrazia italiana e consegna due regioni importanti alla destra. Molti elettori hanno smesso di turarsi il naso e, semplicemente, restano a casa”. Ma per colpa della sinistra, fa capire, le famose truppe cammellate che non si muovono più. E non per colpa della destra.
In Lombardia la percentuale parziale dell’affluenza è del 41,61% (nel 2018 con lo stesso numero di Comuni aveva votato il 73,81%). Alle regionali del 2018 si votò in una sola giornata, il 4 marzo, in contemporanea con le elezioni politiche, e l’affluenza fu del 73,1%. Nel Lazio, invece, la partecipazione definitiva arriva al 37,20%, contro il 66,55% della tornata precedente, quando però si votava con le Politiche però. L’astensionismo in Lazio e Lombardia è un bel problema”, sostiene Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria del Pd. Della scarsa affluenza si lamenta anche Letizia Moratti, uscita massacrata dal voto in Lombardia. “In attesa dei risultati del voto reale, un elemento certo emerge da queste elezioni: quasi il 60% dei cittadini lombardi non è andato a votare. Un dato su cui riflettere profondamente”. Magari anche sulla sua mancata elezione nel Consiglio regionale…