Sanremo? “La ridotta valtellinese dell’opposizione”. Italo Bocchino ridicolizza la sinistra (video)
Sanremo 2023 è il tema principale con cui Lilli Gruber ha deciso di aprire la puntata di giovedì 9 febbraio in onda su La7. Argomento di fuoco è il gesto di Fedez e l’attacco “ad personam” da cui la Rai si è dissociata, sia pure in ritardo. Italo Bocchino, tra gli ospiti insieme a Massimo Cacciari non può non criticare il rapper che ha attaccato un po’ tutti: il viceministro alle Infrastrutture Galeazzo Bignami, la ministra Eugenia Roccella, il Codacons. Fuori da quanto programmato con la Rai, Fedez si è lasciato andare all’ennesima provocazione: esibendosi ha strappato la foto del viceministro Galeazzo Bignami. la Rai, con coletta, ne ha preso le distanze, sia pure in ritardo. Esordisce il direttore editoriale del Secolo d’Italia: “Sono d’accordo con Salvini. Io non sono solito guardare Sanremo, perché ci sono cose più interessanti e più importanti da fare”.
Bocchino contro Fedez: “In quale paese civile si strappa la foto di un viceministro?”
Il Festival? La stoccata arriva sonora a ridicolizzare la sinistra: la kermesse musicale ne è diventata l’ultimo avamposto. Italo Bocchino ha definito il palco dell’Ariston “la ridotta valtellinese dell’opposizione italiana che si affida a Fedez”. La sinistra, ha detto, “manda il rapper a strappare, a spese dei contribuenti la foto di un viceministro: una persona di grandissima qualità. Ma quale Paese civile fa una cosa simile con i soldi dei cittadini?”. Da qui l’appello: “La politica la lascino ai politici, loro ci devono far sentire delle belle canzoni”. Il problema? “Essendo fallita la sinistra politica, questi prendono il loro posto, sono come i girotondini”. E’ un fiume in piena e la Gruber sgrana gli occhi, tenta di interporsi. Non trova sponde.
Cacciari mette il carico da undici contro il monologo di Benigni
Italo Bocchino su tale argomento trova un alleato inflessibile, Massimo Cacciari. Che concorda sull’analisi di Bocchino e, anzi, ci mette il carico da undici. Nel mirino del filosofo finisce infatti un altro “santone” dell’intellighenzia di sinistra, Roberto Benigni. Cacciari, dunque, rompe il fronte dell’unanimismo sul comico toscano e inveisce contro il monologo sulla Costituzione: “È impossibile distinguere lo spettacolo dalla politica- sbotta- . Nei limiti del possibile sarebbe il caso di non fare la lezione sulla Costituzione, non farla a Sanremo. Ma all’Università, a scuola”. Insomma, per etrambi gli ospiti la politica deve rimanere lontana dallo svago che porta, o dovrebbe portare, la kermesse musicale. Ma se la sinistra ne fa “l’ultima ridotta valtellinese”