Sciacalli contro il ministro Piantedosi. Ferro: che vergogna questa sinistra che specula su una tragedia del mare
Vergognosa strumentalizzazione di una tragedia del mare per colpire il ministro dell’Interno Piantedosi. Ha cominciato su La7 un medico soccorritore, parlando di strage addirittura “voluta” dal governo. Oggi Libero ha scoperto gli altarini rispetto all’assurdità di questa denuncia arrivata nella serata di domenica dal programma di Giletti. Il medico quattro mesi fa si era candidato con Fratoianni e Bonelli. Questa la fonte dei suoi imparziali giudizi, che subito Enrico Mentana ha fatto propri, puntando anche lui l’indice contro il ministro.
Il coro della sinistra contro Piantedosi
Il quale ieri ha anche detto, tra le altre cose, che non si mettono i propri figli su imbarcazioni fatiscenti con il mare in tempesta. Una considerazione di buon senso che è stata subito trasformata in un altro atto d’accusa contro Piantedosi. Con quella frase, secondo la sinistra ululante, il ministro avrebbe dato la colpa del naufragio agli stessi migranti. Perciò, andando per esclusione, agli scafisti la colpa non si può dare, alle partenze incaute nemmeno, e guai a nominare l’Europa perché gli altri Stati europei sono tutti migliori dell’Italia a guida meloniana. Perciò non resta che il governo. Cattivo e razzista. A questo coro si uniscono anche altri personaggi, dall’attrice Anna Foglietta a tutti quelli che in queste occasioni si stracciano le vesti in nome degli ideali umanitari. Erri De luca, De Magistris, Boldrini. A tutti il ministro, che oggi in aula al Senato illustrava le linee guida del suo dicastreo, ha ricordato che solidarietà e umanità non possono fermarsi alla banchina di sbarco. E dopo? Ma queste considerazioni la sinistra le chiama “cinismo”. Non le vuole sentire.
Ferro: lo Stato ha dato il massimo nelle operazioni di soccorso
E’ vergognoso – commenta il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro – “l’attacco della sinistra al ministro Piantedosi, che pure si è recato subito sul luogo del naufragio per esprimere solidarietà alle vittime e per assicurare il proprio sostegno al personale impiegato nell’imponente dispositivo di soccorso e assistenza. E invece anche di fronte ad una tragedia così dolorosa, in cui lo Stato in tutte le sue articolazioni ha dato il massimo nelle operazioni di soccorso, di ricerca, di assistenza, non si riesce a rinunciare alla polemica politica ad ogni costo, mettendo in dubbio persino la volontà di soccorrere l’imbarcazione, e strumentalizzando, decontestualizzandole, le parole del ministro Piantedosi, che ha giustamente rimarcato la pericolosità di traversate a bordo di carrette fatiscenti, con condizioni del mare proibitive”.
Ferro: evitare le partenze per azzerare il rischio dei morti in mare
“Bisogna uscire da un’ipocrisia pericolosa – ha concluso Ferro – l’Italia sarà sempre pronta, con le sue unità militari, a soccorrere i naufraghi, ma c’è un solo modo per azzerare il rischio di morti in mare, ed è evitare le partenze, ed è bene che questo appello arrivi soprattutto sulle altre sponde del Mediterraneo. Questo ha fatto il ministro Piantedosi con grande senso di responsabilità. Ma la sinistra preferisce sfruttare un evento così drammatico per incolpare il governo, dimenticando forse le terribili tragedie di Lampedusa, avvenute quando non governava certo Giorgia Meloni”.
I tre trafficanti individuati hanno chiesto per quel viaggio 8mila euro a ciascun migrante
Gli attacchi della sinistra sono rintuzzati anche dal procuratore della Repubblica di Crotone Giuseppe Capoccia il quale spiega che col mare in quelle condizioni non si poteva fare di più. Sul fronte dell’inchiesta – rileva oggi Libero – è lo stesso Capoccia a rivelare che «dopo aver parlato col comandante generale delle Capitanerie, è chiaro che chi portava il barcone non era uno sprovveduto. Probabilmente volevano spiaggiarsi, invece sono finiti su una secca. Come si sono fermati, la barca non ha più retto ai colpi inferti dalle onde e si è letteralmente sfasciata». Non solo. Gli investigatori hanno individuato tre presunti trafficanti e secondo i primi accertamenti questi avrebbero richiesto ai migranti per il viaggio circa 8mila euro ciascuno. Capoccia, infine, racconta anche di una stranezza che riguarda questo viaggio della speranza: «Dalla barca non è mai partita una richiesta di soccorso. La telefonata internazionale alla Gdf è stata una strana triangolazione, ma dalla barca non hanno chiesto aiuto come succede sempre non appena arrivano in prossimità della costa».