Sinistra sempre più ridicola: ogni giorno chiede le dimissioni di qualcuno. Oggi tocca a Valditara

23 Feb 2023 15:59 - di Annamaria Gravino
valditara

Dunque, ricapitolando poiché ormai s’è perso il conto: Delmastro, Donzelli, La Russa… Roccella? Di Roccella qualcuno le aveva chieste le dimissioni? Vabbè, andiamo avanti, tanto oggi la sinistra ha avanzato la sua nuova richiesta quotidiana: oggi a dover lasciare, secondo loro, è il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, reo di aver preso come «un atto di propaganda» e un tantino «ridicole» le circolari con cui un paio di presidi fiorentini – dopo la rissa tra collettivi e ragazzi di Azione studentesca davanti al liceo Michelangiolo – hanno avvertito gli studenti sull’incombente pericolo fascista, chiamandoli di fatto a una nuova resistenza.

Oggi a sinistra tutti a chiedere le dimissioni di Valditara

E poiché Valditara ha anche richiamato l’attenzione sulla necessità che i presidi mantengano un contegno istituzionale, è evidente che non può proprio fare il ministro. Solo per fare qualche esempio: «Vergogna», hanno tuonato Nicola Zingaretti ed Elly Schlein (Pd); «assurdo e incredibile», ha detto Debora Serracchiani; «intollerabile», ha avvertito Barbara Floridia (M5S); «analfabeta funzionale o aspirante golpista?», ha chiesto Arturo Scotto (Articolo1); «parole inqualificabili, spieghi in Aula», ha incalzato Angelo Bonelli (Avs); «inadatto al ruolo», ha decretato Carlo Calenda (Azione), che già che c’era ha ritirato in ballo pure La Russa. E poi giù tutti a chiedere le dimissioni, ma mica solo di Valditara: pure di La Russa, appunto, e di Delmastro e di Donzelli. Poiché è probabile che nel corso della giornata i nomi si moltiplichino ulteriormente, si potrebbe fare direttamente così: si dimettano in massa, governo e maggioranza, e non ne parliamo più.

Una proposta di governo alternativo…

La lista del nuovo governo a sinistra in qualche modo è già pronta: all’Istruzione va di diritto il preside fiorentino che ha allarmato i suoi studenti sul fatto che in Italia si aggira «un’Idra le cui teste non sono mai state del tutto mozzate»; la collega che ha citato Gramsci la mettiamo alla Cultura. Due tecnici, insomma. Al Lavoro si potrebbe mettere Soumahoro, così si accontenta l’ala più sinistra; agli Esteri Antonio Panzeri ci sta tutto, le relazioni come le sa tenere lui nessuno. Alle Pari opportunità Chiara Ferragni, ma anche al Turismo, suvvia, che ha fatto più lei per gli Uffizi che molti altri e poi serve un’altra quota rosa; all’Università, neanche stare qui a fare le Madame de La Palisse, Tomaso Montanari; alla Salute diciamo che può pure tornare Roberto Speranza; alla Giustizia Alfredo Cospito e come sottosegretario, che è tema caldo, Lello Valitutti, meglio noto come “l’anarchico in carrozzella”; alla Famiglia Erode. Alla presidenza del Senato, che pure è a sua volta tema scottante, va bene uno qualsiasi dei senatori Pd (si scherza, eh, che il Giurì d’onore ha già il suo bel da fare!).

Ma perché solo Valditara? Cambiamo il popolo!

E poi basta così, che tanto l’antifona s’è capita. Una sola proposta resta da avanzare per completare il quadro: giacché, com’è noto, questo governo e questa maggioranza sono espressione del voto popolare e il popolo potrebbe non essere d’accordo con le continue richieste di dimissioni della sinistra, ovvero con l’idea che sia l’opposizione a dover decidere chi può o non può fare il ministro, cambiamo pure il popolo. In fondo, di recente l’ha vagheggiato pure Calenda. Ps: La citazione, benché sommaria, vale per avere la delega al teatro?

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