Steccato di Cutro, nel naufragio 33 morti e 70 dispersi. Occhiuto: “Calabria in lutto. Dov’è l’Europa?”
Sono trentatré i cadaveri recuperati al momento dopo il naufragio di questa mattina all’alba sulle coste di Steccato di Cutro, nel crotonese. È quanto apprende l’Adnkronos da fonti della prefettura di Crotone. I dispersi sono circa settanta mentre i migranti sopravvissuti sono 58, di cui quattro sono stati trasferiti in ospedale.
Il barcone si è spezzato per il mare in tempesta
” E qualcosa che non si vorrebbe mai vedere. Il mare continua a restituire corpi. Tra le vittime ci sono donne e bambini”. A dirlo all’Adnkronos Antonio Ceraso sindaco di Cutro, il comune del crotonese dove è avvenuto il naufragio che conta almeno una trentina migranti morti. L’imbarcazione a causa del mare in tempesta si è spezzata e come racconta il sindaco “si vedono i resti del barcone su 200-300 metri di costa”. “In passato c’erano stati sbarchi ma mai una tragedia così. Ora sto andando in prefettura per fare il punto con le autorità”, spiega il sindaco.
Occhiuto sulla tragedia di Steccato di Cutro: “L’Europa dov’è?”
“Un barcone che trasportava migranti si è spezzato, a causa del mare in tempesta, davanti alle coste calabresi di Steccato di Cutro, a una trentina di chilometri da Crotone. Decine e decine di morti annegati, tra di loro anche bambini, tanti i dispersi. La Calabria è in lutto per questa immane tragedia”. Lo afferma in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.
“La Giunta regionale – prosegue Occhiuto – esprime sincero cordoglio per le vittime di questo naufragio. Ringrazio coloro che si stanno adoperando per tentare di trovare dei superstiti e per assistere i sopravvissuti, condotti nei vicini presidi ospedalieri e nel Cara di Isola di Capo Rizzuto. In queste ore sono in campo i Carabinieri, la Polizia, la Guardia di finanza, la Guardia costiera, i Vigili del fuoco, la Croce Rossa, la Capitaneria di porto, la Protezione Civile”.
“In Calabria nel 2022 – prosegue il governatore – sono arrivati circa 18mila immigrati clandestini, la stragrande maggioranza dei quali a Roccella Jonica, un Comune in provincia di Reggio Calabria diventato ormai punto di approdo delle rotte illegali dei mercanti di esseri umani. I calabresi – un popolo che ha conosciuto il dramma dell’emigrazione – hanno accolto questi migranti, senza alzare polveroni e senza causare tensioni, ma la situazione sta davvero diventando ingestibile. Cosa ha fatto l’Unione europea in tutti questi anni? Dov’è l’Europa che dovrebbe garantire sicurezza e legalità? Che fine hanno fatto le operazioni di dialogo con i Paesi d’origine dei migranti? Tutte domande che, purtroppo, ad oggi non hanno alcuna risposta. E chi sta nei territori, a stretto contatto con la realtà di tutti i giorni, è costretto a gestire le emergenze e a piangere i morti”.