Strage di Samarate, Nicolò Maja premiato da La Russa: la struggente lettera alla mamma e alla sorella
«Vorrei cercare di avere una vita normale per quanto si possa, come tutti». Lo ha detto Nicolò Maja, l’unico sopravvissuto l’anno scorso alla strage di Samarate, nel Varesotto. Una pagina terribile, una violenza inaudita, quella del padre, contro la moglie e i figli. Durante l’evento “Women for women a Milano”, Ignazio La Russa l’ha premiato e l’attore Marco Bocci ha letto la lettera che lui ha scritto alla madre e alla sorella. Un testo struggente. «Mamma, Giulia, Dio solo sa quanto mi mancate. Mi sforzo inutilmente di non pensare a voi, ma continuo a cercarvi, a sperare di vedervi. Cerco di convincermi di aver vissuto solo un brutto incubo», le parole di Nicolò, che nella lettera ha sottolineato: «Eravamo una famiglia felice e serena. Mi credete se non riesco ancora a capire cosa è successo, a smettere di chiedermi perché papà nel pieno della notte vi ha colpito a morte e poi si è accanito anche su di me? Mi sento in colpa per non avervi potuto difendere, per essere sopravvissuto. Mi chiedo sempre, perché io?».
Strage di Samarate, le parole di La Russa
«Bisogna implementare la legge sullo stalking», ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, «Quando gli eventi avvengono all’improvviso, senza una ragione, nella notte, all’interno di una famiglia, non c’è legge, non c’è strumento dello Stato che possa impedirli», ha osservato. «Per evitare che ci siano in futuro altre vittime come Nicolò bisogna agire sulla prevenzione».
La legge sullo stalking da implementare
«Io», ha ricordato La Russa, «ho avuto l’onore di assistere da ministro della Difesa, a quando Mara Carfagna ha ufficializzato e reso operativa la legge sullo stalking. Lei fornì subito il nucleo dei carabinieri che diventava nucleo anti-stalking, indispensabile alla legge». Ma «credo che non basti quello che abbiamo fatto in questi anni. Credo che la prevenzione sia quello che possiamo fare», facendo in modo che «nei tribunali i magistrati specializzati siano più numerosi» e agendo sulla «rapidità di rispondere alle denunce preparatorie o agli atti che possono far immaginare uno sviluppo negativo».
Il 23enne costretto sulla sedie a rotelle
Nicolò Maja, come detto, è stato premiato da La Russa. «La premiazione è solo un atto simbolico. Quello che conta non è il premio, ma l’affetto di tutte le persone che con questo piccolo gesto vogliono dirti che ti sono veramente vicine», ha detto il presidente del Senato, promettendo al 23enne, costretto in sedia rotelle dopo la violenza subita dal padre, di esaudire i suoi due desideri: assistere a una partita del Palermo, sua squadra del cuore, e a un Gran Premio di Formula 1: «Mi impegno a far sì che questi due piccoli desideri entro l’anno vengano esauditi».