Sui muri di Bologna ancora minacce a Meloni: «Appesa». FdI: «Risultato del clima d’odio»
Ancora odio, a Bologna, nei confronti del premier. Sui muri del centro, infatti, sono comparse le scritte «Meloni appesa» e «Se avessi davanti la faccia di Giorgia, ti giuro che gli (così nel testo, ndr) servirebbe una plastica», con tanto di sigla «P38». Minacce che sono state vergate dopo il corteo degli antagonisti contro le misure cautelare eseguite nei confronti di dodici attivisti del Cua, il Collettivo universitario autonomo, e del centro sociale Cybilla, accusati di vilipendio, violenza, minaccia aggravata per il caso del manichino del premier appeso a testa in giù durante la manifestazione di novembre.
Antagonisti irriducibili a Bologna: sui muri ancora scritte «Meloni appesa»
Dunque, una conferma dello schiaffo e della sfida che i gruppi antagonisti vorrebbero dare allo Stato e alle sue istituzioni. «Queste scritte sono il risultato di un clima d’odio crescente sfociato nell’ennesima manifestazione degli anarchici che trovano rifugio a Bologna, oltre che di alcune realtà estremiste di sinistra verso le quali non tutta l’amministrazione della città ha mostrato condanna ferma ed unanime», sono state le parole del senatore di Fratelli d’Italia Marco Lisei, riportate dal Resto del Carlino. E proprio dal gruppo di FdI in consiglio comunale è giunta la denuncia di quanto accaduto, insieme alla considerazione sul fatto che si tratta dell’«ennesima conferma che i membri del Cua, Cybilla e i loro sodali non hanno minimamente capito cosa sia il vilipendio e agiscono con il senso di impunità che li contraddistingue». A Bologna, hanno quindi aggiunto Stefano Cavedagna, Manuela Zuntini, Francesco Sassone, Fabio Brinati, Felice Caracciolo e Marta Evangelisti, gli antagonisti «si sentono coccolati dalla sinistra che governa la città. Il sindaco Matto Lepore – hanno esortato i consiglieri di FdI – decida con chi stare».
FdI: «Clima d’odio. Le minacce non ci spaventano»
«Le scritte apparse a Bologna, dopo una manifestazione del mondo antagonista, sono vergognose e inaccettabili. Solidarietà al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e a tutti gli esponenti del governo che in questi giorni hanno subito intimidazioni da parte di questi criminali», ha commentato poi il deputato di FdI, Paolo Trancassini, ribadendo che «come abbiamo sempre detto, le minacce non ci spaventano: lo Stato e le Istituzioni sono più forti e continueranno a difendere lo strumento fondamentale del 41bis». «Il governo Meloni è in prima linea per la lotta alla mafia e alla criminalità organizzata e ogni minaccia da parte loro, per noi, è una medaglia», ha proseguito Trancassini, che ieri si è recato in visita al carcere di Rieti con il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro per vedere «con i nostri occhi quali sono le reali condizioni nelle quali lavorano i nostri agenti di polizia penitenziaria» e che ha sottolineato che «il sacrificio di Andrea e di tutti gli esponenti del governo, costretti a vivere sotto scorta perché diventati bersagli dei criminali, dimostra» l’impegno del governo «e ci riempie di orgoglio». «Non faremo passi indietro e resteremo al fianco di tutti i cittadini onesti e al servizio della Nazione», ha concluso Trancassini.