Terzo polo addio, Moratti è fuori dal consiglio regionale. Ora Calenda superstar si lecca le ferite
Campo largo definitivamente archiviato dagli elettori. Per i renziani-calendiani è un flop totale. Male nel Lazio dove Italia Viva e Azione correvano con il dem Alessio D’Amato, malissimo in Lombardia dove la carta Moratti si è rivelata disastrosa (un misero 10% stando alle proiezioni). E l’ex commissario alla sanità del governatore Fontana, oggi riconfermato dalle urne, rischia di restare fuori dal consiglio regionale lombardo.
Flop del terzo polo, Calenda si lecca le ferite
Se Renzi tace per ora, Calenda tenta di metterci la classica pezza. Ma è, come da copione, peggiore del buco. “Fuori dal bacino di voti del Terzo Polo non siamo riusciti ad attrarre consensi”, scrive l’ex dem su Twitter. Al quale non è bastata la sovraesposizione televisiva per racimolare un po’ di consensi qua e là . “Stessa cosa è accaduato ad Alessio D’Amato, a cui vanno tutti i nostri ringraziamenti, rispetto al bacino dei voti Pd-Terzo Polo”
Un partito riformista liberale è ancora più urgente
Poche parole sulla pessima performance del partito centrista. Che avrebbe dovuto rappresentare la terza via tra la destra (definita a fasi alterne pericolosa sovranista) e la sinistra senza timoniere e in debito d’ossigeno. “Per quanto riguarda la nostra lista i risultati sono stati particolarmente penalizzati dal meccanismo bipolare delle elezioni regionali. E della minor presenza del voto di opinione”, dice Calenda in evidente difficoltà. Morale: “La costruzione di un partito unico del centro riformista, liberale e popolare diventa ancora più urgente“.