Terzo Polo, Renzi e Calenda insieme fino alle europee: ma sul dopo nessuno è pronto a scommettere
“A proposito di Terzo Polo: il risultato è peggiore delle aspettative (9% da soli in Lombardia, 5% alleati nel Lazio), ma è fisiologico per consultazioni come le elezioni regionali”. Così Matteo Renzi a proposito del voto di domenica e lunedì. Poi ringrazia i candidati, Moratti e D’Amato e, per ultimo, ringrazia Carlo Calenda. Il quale se l’è presa con gli elettori: hanno sbagliato. “Gli elettori decidono ma non sempre hanno ragione“.
Tira una brutta aria per il futuro del Terzo Polo
Tira una brutta aria, insomma, per il futuro del Terzo Polo. Oggi un retroscena del Corriere sottolinea che Calenda e Renzi sono condannati a restare insieme fino alle Europee, “l’appuntamento chiave per capire se il Terzo Polo avrà un futuro o si dissolverà”.
Calenda riconosce che la strategia messa in campo è fallita. «L’assunto era che Moratti riuscisse a prendere i voti dei cittadini di destra insoddisfatti dalla gestione di Fontana: giudizio errato», analizza su Twitter. Renzi rinvia il redde rationem alle Europee con un partito unico sotto l’insegna macroniana di Renew Europe: «La nostra destinazione, una casa comune nel 2024».
L’ipotesi di un partito unico si allontana
“Già – commenta il Corriere – ma i due leader riusciranno davvero o costruire questo partito unico? Le idee politiche sono affini, ma le personalità ingombranti. Chi conosce bene sia Calenda sia Renzi, racconta che le scintille non mancano, ma che l’ex premier e il suo ex ministro, da un po’ di tempo, hanno trovato un equilibrio regolando in privato i conti in sospeso, con telefonate e messaggi schietti. Per le Europee si voterà tra poco più di un anno, orizzonte che, secondo le previsioni del tandem Calenda-Renzi, offrirà un campo politico ben diverso da quello attuale. Ma i due «amici per forza» (a proposito: chi sarà il leader di questo partito unico?) sanno anche bene che nella corsa a Bruxelles si giocheranno l’osso del collo: c’è un proporzionale puro e ogni partito pesa per quello che è. C’è lo sbarramento (al 4%), e le alleanze non contano”.
Rotondi: nel tempo della Meloni non c’è spazio per i cespugli centristi
Gianfranco Rotondi suona intanto il de profundis per il progetto politico centrista. “Tramonta la suggestione di un polo centrista appaltato a Renzi e Calenda ma non c’è più spazio neppure per cespugli centristi, come dimostra il flop di tutte le civiche…”.
”Nel tempo di Giorgia Meloni -dice all’Adnkronos il presidente di ‘Verdi è popolare’, il partito di ispirazione ambientalista fondato nel 2021 che ha presentato sue liste a sostegno di Francesco Rocca e Attilio Fontana- tornano di moda le identità politiche. Non ha senso un centro senza una ipotesi culturale e politica”.