Ucraina, Tajani: «Mosca non può vincere sul terreno, la Cina deve portarla a più miti consigli»
Il ruolo della Cina, le diverse sensibilità in seno all’Ue e il fatto che «noi non siamo gli Usa», in riferimento all’invio di armi. In un’intervista al Corriere della Sera, il ministro degli Esteri Antonio Tajani fa il punto sui temi più complessi intorno alla questione ucraina, compreso il “caso” Berlusconi.
«Bisogna partire da Zaporizhzhia e dai corridoi per il grano»
Da New York, dove è intervenuto alla sessione speciale dell’Assemblea generale dell’Onu e dove oggi parlerà al Consiglio di sicurezza e incontrerà il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, Tajani ha salutato come «la vittoria di un testo che difende l’Ucraina ma che è soprattutto in favore della pace» l’approvazione nella notte della risoluzione sulla necessità di «raggiungere al più presto una pace giusta, duratura e complessiva». Il nodo resta quello del Donbass e della Crimea, la cui liberazione, ha ricordato Tajani, «non è semplice». «L’Italia – ha aggiunto – vuole lavorare insieme agli altri. L’unità della coalizione è importante, non bisogna mostrare segni di cedimento. Dobbiamo trovare delle soluzioni condivise. Io ho detto da cosa bisogna iniziare: da Zaporizhzhia e dai corridoi per il grano».
I timori che l’Europa si spacchi e la necessità di evitarlo
Pesa sulla questione il rischio che l’Europa si spacchi, temuto anche da Washington. «Bisogna trovare un accordo complessivo, e questa partita devono giocarla soprattutto gli americani, i cinesi da un’altra parte, con le Nazioni Unite e la Turchia. Bisogna sedersi a un tavolo e trovare una soluzione che garantisca l’indipendenza dell’Ucraina», ha detto il ministro degli Esteri, ammettendo che in Europa «ci sono diverse sensibilità: chi sta alla frontiera, i lituani, gli estoni, i lettoni sono stati sotto il giogo sovietico per tanti anni. Quando abitavo a Parigi da piccolo, c’erano tanti profughi nel mio palazzo. Avevo tre-quattro anni, venivano dai Paesi Baltici, erano scappati dopo l’occupazione sovietica. Nei Paesi dell’Est hanno soffocato con i carri armati le manifestazioni: è ovvio che loro abbiano una preoccupazione maggiore….».
Tajani: «La Cina è amica della Russia, deve convincerla a più miti consigli»
La «soluzione ideale», ha rimarcato Tajani, «sarebbe liberare tutto». «Ma – ha chiesto – quanto dura una guerra così? Bisognerà vedere quando si comincia a trattare. Non possiamo essere noi a chiudere alla trattativa». Quanto al ruolo di Pechino il titolare della Farnesina ha sottolineato che «la Cina è amica della Russia, ma deve convincerla a più miti consigli, perché Mosca non riuscirà a vincere sul terreno. Qui si vedrà la capacità di leadership pacifica e stabilizzatrice della Cina».
Le armi? «Noi non siamo gli Usa»
La conversazione con Viviana Mazza, che firma l’intervista, poi si è concentrata sui temi interni. A partire dall’invio delle armi e dall’ipotesi che l’Italia mandi missili a lunga gittata. «Noi non siamo gli Stati Uniti. Non possiamo sottrarre altre armi alle forze armate italiane. Tutto quello che potevamo mandare – ha ricordato il ministro e vicepremier – lo abbiamo mandato. Per quanto riguarda gli aerei non è qualcosa all’ordine del giorno: la formazione di un pilota di un aereo da caccia richiede mesi di addestramento, altrimenti rischi di mandare a morire la gente. Devi avere armi compatibili, non puoi schierare due aerei di un tipo e due di un altro. Il Parlamento italiano ha sempre votato a favore dell’invio di armi: questo è quello che conta, anche se ci possono essere sensibilità diverse nel linguaggio. Bisogna tenere conto anche dell’opinione pubblica. Noi siamo contro la guerra ma aiutiamo l’Ucraina, non siamo in guerra con la Russia».
Il “caso” Berlusconi chiuso in Italia e col Ppe
E le parole di Berlusconi su Zelensky? Tajani per l’ennesima volta si è trovato a dover chiarire che non vi sono mai stati dubbi sulla collocazione transatlantica del Cav e che i suoi voti sono sempre stati a favore dell’Ucraina. «Che poi sia dispiaciuto per il fatto che si sia creato un clima che era diverso da quello che lui aveva creato nel 2002 per allontanare la Cina dalla Russia… », ha commentato il ministro, ribadendo anche che «non ci facciamo strumentalizzare da chi vuole seminare zizzania. Berlusconi e Meloni si sono sentiti dopo il viaggio (del premier a Kiev, ndr)». «Da parte di Forza Italia: sostegno al governo, collaborazione, lealtà, quindi il governo è solido come non mai. Ho parlato con Berlusconi stamattina», ha aggiunto Tajani, che mantiene il ruolo di coordinatore azzurro e che ha chiarito come anche «l’incidente» con il Ppe sia chiuso: «Ho incontrato Weber a Monaco. Il problema è chiarito. Dobbiamo parlare di quello che succede oggi», ha concluso Tajani.